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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Viterbo > GanassiniCICLo AGOSTINIANo di Marzio Ganassini a Viterbo
Monica arriva a Milano e la donna innominata
MARZIO GANASSINI
1610
Chiostro della Chiesa della SS. Trinità a Viterbo
Monica arriva a Milano e la donna innominata
In questa tavola manca la consueta iscrizione in margine al dipinto, il che rende di difficile interpretazione l'intera scena. La presenza di due donne tuttavia e l'atteggiamento di una di esse in particolare, di grande commozione e familiarità, fa pensare all'incontro a Milano fra Agostino e la madre che lo aveva inseguito dall'Africa. Più incerto il significato della presenza di una seconda donna che guarda questo incontro: potrebbe essere la donna senza nome che aveva seguito Agostino in Italia, la madre cioè di Adeodato.
Agostino ha un cappello in testa ed ha un atteggiamento di grande familiarità e di accoglienza che esprime con le braccia aperte. La scena si svolge in un luogo ampio, dalla forti architetture: a sinistra un uomo si volge a una donna che indica quanto sta accadendo. La scena è unica nella iconografia agostiniana.
Monica sta entrando nel palazzo milanese con ancora indosso gli abiti di viaggio: ad aspettarla c'è Agostino che le corre incontro. Monica ha un mantello, un cappello, un bastone ed è a piedi nudi, come si addice ad un viaggiatore. La scena è pervasa dalla nostalgia, con uso di tinte calde ed asciutte. Sulla sinistra sono raffigurati in primo piano un uomo di schiena e un giovane. La ricca architettura del palazzo dove si svolge l'incontro evidenzia il gusto e la ricchezza del proprietario. Forse il pittore ha voluto raffigurare l'episcopio dove poteva essere ospite Agostino. Le prospettive e in particolare la fuga del corridoio sono eseguiti da manuale.
Sullo sfondo spicca una elegante serliana che lascia intravedere il cielo azzurro e la luce del sole.
Intanto i miei peccati si moltiplicavano. E quando mi fu strappata dal fianco la donna con la quale ero solito andare a letto, dovettero tagliarmi via il pezzo di cuore che le era attaccato: e la ferita sanguinò molto. Se ne tornò in Africa, facendo voto a te di non conoscere mai altro uomo, e lasciando con me il figlio naturale che da lei avevo avuto.
CONFESSIONI, Agostino, 6, 15, 25.