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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Viterbo > GanassiniCICLo AGOSTINIANo di Marzio Ganassini a Viterbo
Agostino salva Pavia dalla peste: particolare del santo
MARZIO GANASSINI
1610
Chiostro della Chiesa della SS. Trinità a Viterbo
Agostino salva Pavia dalla peste
L'iscrizione in margine al dipinto riporta: nocte fuit media manifesto lumine visus ex muris patriis divam depellere pestem. L'episodio descritto da Ganassini è relativamente nuovo: anche da altre fonti è noto che Agostino fu invocato a Pavia nel '400 per debellare la peste. Un altro caso (1631) è noto a Cassago. La complessa scena ha vari centri d'attenzione: a sinistra in basso ci sono persone che guardano verso l'alto, altre sono distese (appestati). Il loro sguardo implorante è rivolto ad Agostino che compare tra le nuvole in un'aureola di luce. Il santo indossa il saio nero, ha la mitra in testa e fa un gesto di benedizione verso la città di Pavia, che appare in tutta la sua magnificenza sulla destra con le sue torri, le sue mura e il celeberrimo ponte. L'iscrizione ricorda questo episodio miracoloso dell'apparizione di Agostino e della conseguente cessazione della pestilenza.
Al santo furono riconosciute anche qualità taumaturgiche di protettore dalla peste: si tratta di un attributo raro, che sembra radicato in luoghi con una forte tradizione agostiniana. L'attribuzione è anomalo nella cultualità cristiana che per la temuta peste invocava abitualmente i santi Sebastiano e Rocco. I primi esempi noti si riferiscono ad affreschi che un tempo erano visibili a Milano e a Pavia ed erano probabilmente ex-voto della popolazione o degli agostiniani stessi in ringraziamento per lo scampato pericolo.
Speciale è il caso di Cassago, che conserva memoria ancora oggi della pestilenza del 1631, quando il paese rimase indenne dal morbo a differenza dei paesi vicini. Da allora il santo è invocato Patrono del paese e se ne celebra ogni anno la festa il 28 agosto. Il ricordo dell'avvenimento è particolarmente significativo in quanto una lunga tradizione storico-devozionale identifica Cassago nel rus Cassiciacum di cui parla Agostino nelle Confessioni.
La devozione verso Agostino è accertata a Cassago già dagli inizi del XVII secolo, quando il santo viene invocato Patrono del paese dopo aver salvato i suoi abitanti dalla peste nel 1630 "Questo paese restò indenne al tempo della peste ... ... E poiché è usanza cristiana serbare memoria delle grazie ricevute e attribuirle a qualche santo protettore, questa Comunità di Cassago non dimentica di così grande favore ... per sé aggiunge e invoca l'aiuto del Beato Agostino ... tanto più che è stato tramandato che lo stesso Santo soggiornò in questo paese ..."
[Dal Chronicon dei morti, battesimi e matrimoni della parrocchia di Cassago, 1631]