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Immacolata Concezione di Maratta
L'ORDINE AGOSTINIANO E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA
di Agostino Giacomini O.S.A.
tratto da Sanctus Augustinus vitae spiritualis magister, Settimana internazionale di Spiritualità Agostiniana, Roma 1956
I PRIMI IMMACOLISTI
Egidio Romano, caposcuola dell'Ordine, è fermo all'opinione, ai suoi tempi corrente, che, tutti nascendo nella colpa originale e avendo bisogno della redenzione, questa, perché universale, non soffre eccezione alcuna. E' vero che egli concede che Dio, di potenza assoluta, avrebbe potuto esentare Maria dall'incorrere la macchia d'origine; però non gli sembra che sarebbe stato conveniente di potenza ordinata (E. ROMANO, In III Sententiarum, Roma 1623, dist. III, quest. I, art. I, p. 96: "Caro B. Virginis non fuit sanctificata antequam in utero nasceretur, quia non erat in rerum natura; sed, postquam fuit in originali concepta, qua fuit in lumbis Adae ex parentibus per concubitum nata et per Christum mediatorem liberata, statim dicitur fuisse sanctificata ... Et, si volumus loqui de B. Virgine, loquendo de Dei potentia absoluta, potuisset Deus facere quod fuisset concepta sine originali peccato. Nostrae tamen sanandae miseriae nullus fuit modus congruentior quam quod omnes iustificaremur per Christum mediatorem nostrum et caput nostrum ...").
Tuttavia, benché rimanga sempre coerente e tenace nella sua opinione (e basta scorrere, anche sommariamente, le sue opere per accorgersene), sembra che si sforzi di ammorbidirla il più possibile, quando afferma che il tempo, in cui la Vergine rimase nel peccato originale, fu tanto breve, quasi impercettibile, per la pronta santificazione da parte di Dio, che si può dire come, in pratica, Lei sia stata sempre santa (E. ROMANO, op. c., p. 97: "...Quantum spectat ad B. Virginem dicemus quod fuit concepta in originali sicut et aliae mulieres; sed pie credendum est quod quasi statim, postquam fuit in originali concepta, fuit ab originali mundata et in utero sanctificata, ut sit similitudo in contrarium de ipsa et Lucifero; ut, sicut Lucifer in veritate fuit et in veritate non stetit, quia quasi statim avertit se a Deo per culpam, sic B. Virgo in originali fuit, sed in eo non stetit, nam statim fuit sanctificata per gratiam. Et quia quando modicum deest secundum Philosophum intellectus accipit nihil decesse, pie creditur quod valde modica fuierit morula inter animae infusionem vel eius conceptionem et eius per gratiam sanctificationem; idcirco dici potest quod semper fuerit sancta").
Fino a Tommaso di Strasburgo seguono sostanzialmente Egidio il B. Giacomo da Viterbo (+1308), Alberto da Padova (+1328?), Agostino d'Ancona (+1328), Gerardo da Siena (+1336), Enrico de Friemar (+1342), Bernardo Oliver (+1348) e il B. Simone da Cascia (+1348); e, dopo Tommaso, ancora non abbandonano il Dottore Fondatissimo Gregorio da Rimini (+1358), Alfonso Vargas da Toledo (+1366), Ugolino d'Orvieto (+1373), Facino d'Asti (+1373) e Giordano di Sassonia (+1380) (G. TUMMINELLO oesa, L'Imm. Conc. di Maria e la Scuola Agostiniana del s. XIV, Roma 1942, pref.; E. DOMINGUEZ CARRETERO oesa, Tradiciòn inmaculista agustiniana a través Eg. de Presentaciòn, in La Ciudad de Dios, 166 (1954), pp. 349s.; A. SAGE A.A., La S. Vierge dans la Famille Augustmienne, in Maria: études sur la S. Vierge sous la diréction de H. de Manoir, II, pp. 694-696).
Il primo dei nostri immacolisti, per quanto almeno se ne sa finora, è Tommaso di Strasburgo, che tratta ex professo dell'argomento in parola nel Commento al III libro delle Sentenze (dist. III, quest. I) dal titolo chiaro e lineare: "An Beata Virgo fuerit concepta in peccato originali?". Tommaso risolve l'assunto in quattro articoli, dei quali interessantissimo il primo. Egli procede in questa maniera: "Ponam duas conclusiones: prima est, quod Deus potuit Virginem Matrem praeservare ab originali culpa; secunda, quod hoc congruum fuit et divinam bonitatem decuit; tertio, infero unum corollarium, scilicet quod de facto Virgo Mater Dei sine peccato concepta fuit". Quindi prova conclusioni (possibilità e convenienza) e corollario (il fatto dell'esenzione), sforzandosi di portare a favore della propria tesi il noto passo del S. P. Agostino, nel De natura et gratia, "ubi ait expresse quod, cum de peccatis agitur, nullam de Beata Virgine vult fieri quaestionem".
Tuttavia non si nasconde che il detto passo agostiniano altri lo interpretano per la colpa attuale. Poi Tommaso risolve difficoltà di varia indole: teologiche, patristiche e anche di carattere liturgico. E qui prende lo spunto per rinforzare la sua tesi con la constatazione che la Chiesa permette la festa della Concezione di Maria (TOMMASO DI STRASBURGO, In III Sent., d. III, q. 1, p. 8-10). E' stato da altri notato che Tommaso non fa una difesa originale del privilegio mariano, giacché si muove sulla linea del "potuit, decuit, fecit", già in voga ai suoi tempi; però "è uno dei primi teologi a scartare dalla Vergine ... il fomes peccati, la concupiscenza considerata nel suo principio. Merito suo si è quello di essere stato il primo dei maestri agostiniani, distaccandosi palesemente dal maestro dell'Ordine, Egidio Romano, a difendere il privilegio mariano e di avere esercitato, non appena eletto Generale, un certo influsso sui dottori agostiniani, specie su quelli della Marca Tedesca" (G. TUMMINELLO, op. cit., p. 27 s. e in genere tutto il capitolo I). Altro difensore dell'Immacolata Concezione è il piissimo e fecondo scrittore tedesco Ermanno da Schildesche (+ 1357), che ce ne ha lasciato un succoso trattato ex professo, il primo, in ordine di tempo, uscito da penna agostiniana: Tractatus de conceptione gloriosae Virginis, ms. alla Nazionale di Parigi. E' diviso in due parti: nella prima spende quattro capitoli a provare, per quattro vie o argomenti, la preservazione della Vergine dalla colpa d'origine, e altri cinque a rispondere alle difficoltà di Santi e Dottori contrari alla sua opinione; nella seconda si diffonde sulla dignità di Maria. Anch'egli si muove sulla scia del "potuit, decuit, fecit"; però con notevole fermezza e fervore.
"Egli è a buon diritto uno dei primi difensori della pia sentenza... L'impulso dato da Tommaso di Strasburgo e il contributo recato dal nostro Ermanno ... doveva con il tempo ... produrre dei frutti tra i teologi della Scuola" (Ibidem, p. 49 c in genere tutto il capitolo II). Difendono l'Immacolata Concezione, nella seconda metà del s. XIV, Giovanni da Basilea (+1392) e il card. Bonaventura da Padova (+ 1385), che le avrebbe dedicato un trattato particolare (Ibidem, pp. 51-60; E. DOMINGUEZ CARRETERO osa, op. c., pp. 361-364)