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L'ORDINE AGOSTINIANO E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA

Tela di Ferri Giovanni Francesco (1701-1775) con la Madonna del Soccorso collocata nella chiesa di Sant'Agostino, oggi Duomo di Pergola

Madonna del Soccorso di Francesco Ferri (1701-1775)

Chiesa di Sant'Agostino, oggi Duomo di Pergola

 

 

L'ORDINE AGOSTINIANO E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA

di Agostino Giacomini O.S.A.

 

tratto da Sanctus Augustinus vitae spiritualis magister, Settimana internazionale di Spiritualità Agostiniana, Roma 1956

 

 

 

MADONNA DEL SOCCORSO

 

Una pia tradizione narra che il Venerabile Nicola da Messina, agostiniano, morto nei primi anni del secolo XIV, essendo gravemente ammalato e raccomandandosi alla Vergine, Ella gli apparve tale quale era dipinta in un altare della chiesa del convento di Palermo dove lui era superiore, e, risanandolo, gli ingiunse di invocarla in avvenire sotto il titolo di Madonna del Soccorso e di diffonderne il culto. Si noti che la Vergine, per un altro prodigio da Lei operato, si usò poi raffigurarla con un bastone in mano, mentre pone in fuga il demonio, insidiante la vita di un bambino (B. ATTARDI oesa, Il monachesimo in Sicilia ..., Palermo 1741, pp. 93-102).

Qualunque giudizio si voglia portare su questa cara tradizione è certo che, da quel tempo in poi, la Madonna del Soccorso è raffigurata spessissimo nella stessa maniera e fu venerata prevalentemente in chiese agostiniane, specie in Sicilia, in bassa Italia, nelle Marche, nell'Umbria, nelle Baleari e nel Messico. Ho trovato almeno una trentina di chiese e conventi che ne hanno il titolo. In qualche luogo ebbe venerati santuari, come a Cartoceto, nelle Marche, e a Roma, prima nella nostra chiesa di S. Matteo in Merulana e poi in quella redentorista di S. Alfonso su l'Esquilino.

L'Immagine prodigiosa di Roma proveniva, secondo una pia tradizione, dall'isola di Creta, da dove un mercante l'aveva recata con sé nella Città eterna, collocandola in casa dei suoi ospiti. Passato il mercante a miglior vita, venne posta in venerazione nella chiesa di S. Matteo in Merulana, che prima fu in mano degli Agostiniani italiani e poi di quelli irlandesi. Gli uni e gli altri ne zelarono grandemente il culto, specie il converso irlandese Ven. Donato (+1700), che dimorò a Roma quarant'anni.

Nel 1798 la chiesa di S. Matteo fu distrutta e i nostri furono costretti a emigrare prima a S. Eusebio e poi a S. Maria in Posterula, recando con sé la prodigiosa Immagine, che, in questo ultimo luogo, non posero in chiesa (perchè ve ne era un'altra, di diverso titolo, pure miracolosa), ma nella cappella privata del convento, dove necessariamente la devozione ne rimase ristretta ai soli religiosi. Nel 1865 Pio IX concesse la pia Immagine ai Redentoristi, che oggi la custodiscono con amore a S. Alfonso su l'Esquilino (ANALECTA AUGUSTINIANA, VIII (1919-20), pp. 138-42 e C. H. HENZE, Mater de Perpetuo Succursu, Bonn 1926).

Il 4 febbraio 1804 la S. Sede concesse agli Agostiniani della Provincia Siciliana Messa e Ufficio in onore della Madonna del Soccorso. Vennero poi estesi a tutto l'Ordine il 24 marzo dello stesso anno (ANALECTA AUGUSTINIANA, XVI (1937-38), p. 405s) e posti al 13 maggio.