Percorso : HOME > Sant'Agostino > La vita > Eredità spirituale

LA VITA DI SANT'AGOSTINO: Eredità spirituale

Pavia: Agostino consegna la sua Regola

Pavia: Agostino consegna la sua Regola

 

 

L'eredità spirituale

 

 

 

Già nel 534 il papa Giovanni II lo ritiene santo e scrive senza esitazione: "La Chiesa di Roma segue e conserva la dottrina di Agostino".

Carlo Magno fa della Città di Dio la sua lettura preferita; quest'opera si diffonde in tutta Europa. Dopo la scoperta della stampa se ne stampano ben ventiquattro edizioni. I grandi del mondo occidentale lo ritengono loro maestro: S. Bernardo, S. Anselmo, S. Bonaventura, S. Tommaso di Aquino lo apostrofano con espressioni mirabili, come: "Voce dei cieli", "Grande maestro di vita", "luce dei dottori", "Sublimissimo genio".

L'arte in genere, ma soprattutto la pittura, ha immortalato gli episodi più importanti della sua vita; ma è riprodotto preferibilmente col cuore fiammante e con il libro, due simboli che armonizzano sapienza e amore in una santità che non ha pari, per cui è chiamato: "il più santo dei dotti, il più dotto dei santi". Nella Basilica di S. Pietro in Roma il Bernini lo ha ritratto con raro intuito tra i quattro dottori intorno alla cattedra di San Pietro. Raffaello nella Disputa del SS. Sacramento lo ha colto nel momento in cui detta i suoi immortali giudizi sull'Eucaristia. Grandissimo Dottore della Chiesa e della Grazia, ha gettato un fascio di luce vivissima sull'intera cristianità.

Profondissimo teologo, ha discusso con rara profondità tutti i dogmi della Chiesa, tanto è vero che i vari concili hanno fatto a gara nel ricorrere ai suoi scritti. La sua fama varca i confini della fede e del campo religioso; nella filosofia, nelle scienze, in politica, in sociologia i suoi scritti sono richiamati e citati con straordinaria ricchezza. Alle sue teorie risalgono Cartesio, Kant, e persino Kierkegaard.

Sociologi e politici ritrovano nei suoi scritti le grandi linee che suggeriscono i principi per una convivenza umana basata sulla giustizia e sulla pace. L'inquietudine anelante il cielo, che avvolge come perpetua lacrima le sue opere, fa di lui il santo più amato, perchè più vicino al cuore umano, l'amico al quale vanno le anime a confidare le proprie angosce.

Con i suoi scritti innumerevoli e Con la sua straordinaria santità si è innalzato un monumento perenne, che resterà a cantare nei secoli il suo inno di lode a Dio: "Ci hai fatti per Te, o Signore, e il nostro cuore sarà sempre inquieto finché non riposa in Te".