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LA VITA DI SANT'AGOSTINO: Tolle Lege

Tolle lege: affresco di Benozzo Gozzoli a San Gimignano

Tolle lege: affresco di Benozzo Gozzoli

 

 

La scena della conversione: tolle lege

 

 

 

Ormai Agostino stesso si rende conto che gli avvenimenti, che si succedono, stanno preparando la strada alla soluzione del dramma interiore. La grazia di Dio, che lo preme senza dargli tregua, lo raggiunge nel giardino della sua casa a Milano.

Esce di casa con Alipio, portando il libro delle Epistole di S. Paolo. Vanno a sedersi lontano, sotto un albero di fichi, Alipio si allontana di qualche passo, ma lo segue con occhio attento e partecipa alla lotta con l'animo e col cuore, in silente preghiera. Agostino è tutto un fremito, anima e cuore. Il dramma di un'anima tra spirito e senso, tra ragione e passione, tra Dio e Satana deve essere qualcosa di veramente angoscioso. E' l'ora suprema! Siamo all'atto finale di un travaglio penosissimo, ma esaltante, Agostino avverte che è ormai assediato da ogni parte. Occorre l'ultima spinta vittoriosa della grazia di Dio sulla resistenza residua della Volontà.

"Quando dal più profondo dell'anima mia - dice Agostino - l'alta meditazione ebbe tratto e ammassato tutta la mia miseria davanti agli occhi del mio cuore, scoppiò una tempesta ingente, grondante un'ingente pioggia di lacrime" (Conf. 8, 12, 28). Così, inondato di pianto leva un grido: "Fino a quando, Signore, durerà la tua ira contro di me? " Al grido straziante di Agostino una voce d'angelo risponde quasi con un canto: "Prendi, leggi! Prendi, leggi! " Un incanto dei sensi, un attimo di stupore e meraviglia insieme; poi un lampo di genio: "È un comando divino! "

Uno scatto: raggiunge Alipio. Afferra le Lettere di S. Paolo e legge il primo brano che gli capita sott'occhi: "Non nelle crapule e nelle ubriachezze, non nelle morbidezze e nelle disonestà, non nella discordia e nell'invidia; ma rivestitevi del Signor Nostro Gesù Cristo e non abbiate cura della carne, nè delle concupiscenze". I dubbi scompaiono come nebbia al sole e una luce vivissima inonda la sua anima, che sfavilla di gioia indescrivibile. Calmo, sereno, il volto ancora irrorato di pianto, si volge ad Alipio e gli annuncia il trionfo di Dio. Alipio gli chiede il libro, legge le parole che Agostino gli mostra e continua a leggere: "Chi è debole nelle fede fa' di assisterlo! ". Un abbraccio, un pianto di consolazione, un canto di amore nel cuore: sono convertiti ! Corrono da Monica e le rivelano l'accaduto.

Lei si getta al collo di Agostino, lo bacia con tenero esultante amore e piange di viva commozione. Al racconto brillano di gioia i suoi occhi, come per un trionfo e benedice Dio che ha esaudito le sue preghiere oltre le aspettative. Infatti la conversione di Agostino è il ritorno nelle sue profondità per liberare il cuore dal male e riempirlo di Cristo. Siamo ai primi di agosto del 386; Agostino ha trentatrè anni. Monica ne ha cinquantaquattro: Agostino inizia il cammino di fede; Monica è vicina a presentare la sua offerta al Signore. Monica è colma di gioia; Agostino ne è come inondato. È festa per tutti: amici e parenti esultano nel gaudio, contemplando il giubilo di Agostino. Quello di Agostino è un volo superbo di aquila, che si libra al di sopra di ogni vetta e affissa le pupille nell'altissimo cielo. Sente infatti Agostino una frenesia indescrivibile: vuol liberarsi di ciò che gli impedisce di levarsi in alto: la scuola d 'un tratto gli diventa pesante, i discorsi alla corte noiosi; una nuova via gli si apre dinanzi: quella della sapienza, della contemplazione, della santità. Ne comunica la decisione alla madre, al figlio, ai pochi intimi, che aspettano gli eventi e lo incoraggiano a camminare nella via di Dio.

Sopravvengono intanto dei fastidi fisici: dolori al petto, affievolimento di voce, oppressione ai polmoni. Se fa lezione, si lascia vincere dall'ansia e dall'attesa che termini l'anno scolastico. L'amore alla retorica e all'eloquenza è svanito; gli scolari gli sono di peso, le lezioni senza soddisfazione. Ai primi di settembre termina l'anno scolastico. È la liberazione. Con l'aiuto di Monica sfuma il matrimonio con la fanciulla promessa. Agostino pensa seriamente al battesimo, deciso a realizzare il suo proposito di seguire il modello della vita apostolica. Rimangono da superare opposizioni presentate da alcuni amici e dall'autorità per le sue dimissioni dalla scuola e dalla corte imperiale. Con una mirabile lettera annuncia al vescovo Ambrogio la sua conversione, che gli risponde congratulandosi e consigliandogli di leggere il Profeta Isaia.