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Percorso : HOME > Cassago > Nobili > Visconti di Modrone > Chiesa parrocchialeLa nuova chiesa parrocchiale
L'abside della nuova chiesa parrocchiale (1762)
La nuova chiesa parrocchiale
di Luigi Beretta
Il riassetto urbanistico delle proprietà del conte Francesco Visconti proseguì nel 1756 con una richiesta di eccezionale importanza che coinvolse l'intera Comunità di Cassago. Il conte chiese di spostare la chiesa parrocchiale, demolendo l'edificio medioevale di santa Brigida per ricostruirlo più a valle su un terreno di sua proprietà che intendeva cedere come concambio alla Comunità di Cassago. Un primo documento, che fu scritto direttamente dal direttore dei lavori Carlo Giovanni Sangalli, dal titolo distinta relazione della fabbrica della nova chiesa parrocchiale, inquadra molto bene la sequenza di episodi che si susseguirono in quegli anni:
"Essendo molto necessaria la costruzione di nuova Chiesa per essere molto angusta ed in pericolo di cadere ed in specie il soffitto che da lunghi d'Antichi travi era sostenuto quali si spezzarono; quindi il pensare a nova Fabrica riusciva l'intrapresa troppo ardua e difficile il conseguimento, non solo per l'impossibilità come per mancanza del sito e però si è pensato per superare tali e tante difficoltà di eleggere l'illustrissimo signor Conte Don Francesco Antonio Visconti Pirovano priore, come in fatti non è andato fallito il pensiero poichè molto ha influito e giovato questa Illustrissima Casa cosicchè per la prima cosa volle che si eleggesse in Congregazione persona per fare li conti a molti che avevano interessi con questa Veneranda Scuola o Chiesa che da molti anni non erano mai stati fatti, onde fui eletto indegnamente io Carlo Giovanni Sangalli che volontieri aderii e posi in chiaro molti crediti esigibili per la somma in tutto di lire 4977.8.9.
Inoltre detto illustrissimo Visconti Pirovano con convocazione generale del 28 aprile 1756 trattò con la comunità di Cassago e suoi uniti. In cambio della Chiesa Vecchia e Casa Parrochiale secondo quanto resta delineata di contro, le diede pertiche 4.1.6 terra consistente Prato e Orto tutto cinto e traversato d'alcuni muri dirocati e Antichi, così pure le diede altra casa che a sue spese fu rimodernata, e ridotta assai comoda e civile, il qual trattato con le dovute solennità fu ridotto a istrumento il 12 luglio 1756 rogato dal signor Pietro Antonio Rusca notaio ed attuario della Curia Archiepiscopale di Milano.
Ma non bastando tutto ciò alle sensibili spese che dovevansi fare vi concorse la pietà d'alcuni divoti con diverse oblazioni fra cui l'Illustrissimo Duca diede lire 450 con che si dividesse a dritta linea con recinto la Piazza e sito destinato per fare la Chiesa col suo della parte di Levante, il che fu eseguito sul principio dell'ano 1756 col essersi fatto quadretti 1063 3/4 di muro, dico lire 450. Inoltre detta illustrissima Casa Ducale in varie occasioni ed in diversi tempi e rate partendo dal giorno ed anno che s'intraprese la Fabrica fino all'ano 1765 diede la somma di lire 2111.6.6 e ciò oltre a diversi legnami dati ed altri imprestati de' quali non si sa individuare il preciso suo valore. Per la qual somma sudetta resta distinta come segue: Dati dall'Ill. ma Signora Contessa Donna Laura Secco Borella Visconti in più volte come sopra lire 425.6.9. Dall'Ill. mo signor Conte don Francesco Antonio Visconti di lei figlio oltre alli retroscritti lire 221.5.
Dall'Ill. mo monsignor Conte Don Vincenzo fratello del sudetto per la Celebrazione di messe diverse a scarico d'alcuni legati ceduti poi per Elemosina a favore della fabbrica lire 407. Per altre Messe celebrate dal sudetto a scarico della Comunità di Cassago per la causa come più diffusamente si dirà abbasso e dal medesimo ceduto l'Elemosina per questa Fabbrica lire 1050.14.9. Dall'Ill. mo signor Marchese Don Alessandro Visconti Modrone zio Paterno di detti Ill.mi signori Conti Fratelli, lire 6. E più dal sudetto ill.mo Marchese don Alessandro Visconti l'anno 1761 in circa il 15 dicembre furono regalati due quadri di straordinaria grandezza del celebre Tomaso Rovere detto Fiammenghino rappresentanti la Nascita e lo Sposalizio della Beata Vergine Maria.
Nell'anno 1755 per legato della fu Nobile Eugenia Nava di Zizanò lire 50. Le sensibili spese che tuttavia continuavano nel costruire la Fabbrica della Chiesa facevano pensare seriamente al modo di ritrovar denaro, onde l'anno 1759 diecinove di agosto con convocato generale e con tutte le cauzioni e solennità necessarie, come da atti della Comunità, si affittò per anni 30 da incominciarsi a S. Martino di detto anno il Pascolo di detta Comunità a Giuseppe Motta per lire 60 annue da corrispondersi alla Comunità di Cassago. Per il che la medesima non ebbe difficoltà concorrere ed obbligarsi verso la signora Catarina Mantellara dalla quale si prese poi imprestito l'Anno medesimo alle 25 d'agosto con obbligo del 4 per cento lire 1200. Somma totale Lire 8788.15.3. Detta Signora Cattarina Mantellara con suo legato del giorno 31 gennaio 1760 rogato dal signor Dottor Lodovico Bossi di Milano parrocchia di S. Sisto nel qual tempo morse, dispose che la Comunità suddetta dovesse sanare il di lei Credito di Capitale e Interesse con tante messe da farsi celebrare per cui detto ill.mo Monsignore Conte Don Vincenzo Visconti per sua particolare divozione si obbligò di celebrarle esso, e di cedere l'elemosina a favore di questa Veneranda Fabbrica, avendo perciò costituito per suo procuratore in questa parte per ricevere dalla Comunità detta Elemosina e convertirla nella Fabbrica il molto Reverendo signor don Giuseppe Scotti. Come pure fatto l'Ossario l'anno 1759 sopra il disegno di me Carlo Giovanni Sangalli, vi concorse la pietà di diversi benefattori cogniti come da libro separato che le diedero la somma di lire 207.10 ed altre 115.18.9 si danno per ricevute da chi ha avuto l'Amministrazione di detta opera come a parte di detto Libro.
L'anno 1757 il 12 settembre vendutosi all'ill.mo don Francesco Antonio Visconti Pirovano pertiche 10 terreno aratorio avitato in ragione di lire 146.1 ove si dicono le Vignole in vicinanza della Costaiola, come pure venduto la casa ove dicesi del Spiazello a detto Antonio Caglio detto il Balgano per lire 415. Totale lire 11108.0.4. Erano già due anni allorchè l'anno 1761 la Chiesa era ridotta coperta sì ma rustica dentro e fuori e non ancora compiuti li muri all'intorno, mentre a guisa de pilastri veniva sostenuto il tetto, in tal sistema si stimava d'ognuno che per lungo tempo dovesse rimanere, si per aver dimessa la carica per giusti motivi chi per l'adietro ne aveva avuto l'ingerenza come per essere affatto esausta la Cassa. Quindi interpostasi varie persone fra le quali e più d'ogni altro il molto reverendo sig. curato Viganò di Bernareggio, confortò l'animo di chi era rimasto disgustato e lo dispose in modo che dovesse riassumere gli incomodi e le soprintendenze. Chi fuosse questi non si scrive, che diede per compagno il molto reverendo don Giuseppe Scotti il quale per grazia del Signore prese tanta premura e coraggio che da allora in avanti tutti gli interventi di questa fabbrica e chiesa si fecero più che suoi proprij. Si aveva già sino dal 1760 circa il 18 giugno ottenuto da Sua Eminenza il cardinale Pozzobonello una pensione per anni dieci sopra la Cura di Mesate di lire 150 annue da pagarsi alli 25 dicembre onde per la prima cosa si trattò detta Pensione col Capo Mastro Tomaso Molteno di Rogeno a rendere per la medesima interamente perfezionare d'opera sua di muratore detta Chiesa a riserva del Pavimento, il che fu incominciata l'anno 1761 nel mese d'agosto e fu terminata nel mese di dicembre di detto anno per li 23 fu benedetta d'indi in avanti detto reverendo signor don Giuseppe e il Popolo di Cassago ebbero il contento di vederla officiata.
Non bastò l'opera sola di muratore a perfezionare nel modo sudetto la Chiesa ma ci vollero tutte le altre conseguenze e ciò che molto più faceva pensare erano li mattoni per fare la volta che ne abbisognò circa m. ra 20 onde il Signore provvide a tempo a tutto, per il che il 21 settembre e il 29 settembre si fecero condurre quasi tutti per aver modo di poter provvedere e pagare a tutto si officiarono dalli sudetti ma molto di più dal reverendo don Giuseppe Scotti varie Pie Persone da cui si ebbero diverse elemosine tal che si fa il computo che dal 1765 retro oltre le solite annualità si fece lire 1156.
Non auendo più la Chiesa modo con che del suo far danaro senonchè un Tugurio d'una piccola Casa in Cassago d'un piede solo con suo superiore, la quale poc'anzi era stata venduta per lire 170 a Valentino Villa e dal medesimo lasciata un'altra volta a questa Chiesa e perciò si pose in vendita e per Divina Provvidenza l'anno 1763 circa il 9 ottobre fu venduta a messer Pietro Antonio Confoloniero per scrittura ridotta ad instrumento l'anno 1764 circa il 13 setembre rogato dal signor dottor Maurdo di Veduggio per lire 450. L'anno 1765 si pensò a fare l'ancona per il deposito della statua della Beata Vergine cui si fece e molto si spese come da libro separato della Fabbrica ne risulta e però d'alcuni Benefattori si ebbe per loro somma lire 2225.4.3 legna di fuoco ricavata in vari tempi dei Fondi che si sono come sopra venduti e da legni rotti della Chiesa vecchia ed in ogni altra meglior maniera ricavata dico lire 282. A riporto complessivo lire 14721.4.7.
1755: 12 novembre si danno principio per far preparativi per fare la nova Chiesa.
1756: 5 agosto gettato la prima pietra delle fondamenta per la nova Fabbrica della Chiesa dall'Ill.mo signor Conte Don Vincenzo Visconti.
1758: 28 novembre evacuato li sepolcri della Chiesa Vecchia, 29 dicembre incominciato a demolire detta Chiesa e Casa del Parroco reverendo signor Giuseppe Beretta. Detto stabilito interinalmente l'oratorio l'officiatura di questa Parrocchia e dattosi dagli signori Bovara al Parroco suddetto la casa per abitarvi in Oriano per otto mesi.
1759: 13 febbraio si è dato fine di demolire la detta Chiesa e Casa e di tradurre le Ossa dei morti, trovati in grande quantità, sopra la piazza davanti alla nuova Chiesa. Nelle rovine di detta Chiesa si è trovato le infrascritte inscrizioni sopra una lapide di sasso ciericcio di Figura Semicircolare di lunghezza di Braccia 3 circa (1):
Marilla R. Omini F.
O. V. M. F.
quali vengono interpretate:
Marilla Recepto Omini Fausto
Oraculo Veneris Monumentum Faciebat
Altre iscrizioni trovate sopra il volto del Coro dell'una e l'altra parte, ove restava appogiato l'Architrave.
H. O. F. F. Cristoforus et
Ambroxius De Brambilla
Fratribus III idus iulij
M. D. XXXXII
H. Opus Pinsit
M. R. Paulus Sumensis
Calendas Iulij MDXXXXII
(1) [braccio milanese = 0,595 m]
La prima lapide fu dunque scoperta fra le macerie della vecchia chiesa dove era stata riutilizzata come materiale edilizio di reimpiego. E' una lapide di età romana e la sua presenza è alquanto significativa poiché costituisce un ulteriore documento della romanità di Cassago. Attualmente risulta dispersa, ma testimonianze relative ai lavori del 1930 fanno supporre che sia stata sepolta sotto il pavimento della chiesa in una tomba a metà navata centrale.
Di questa iscrizione fu data notizia dal Mommsen e, in seguito, ne parlarono Redaelli (1825), Biraghi (1854), R. Beretta (1928) oltre ad autori più moderni come Mirabella (1976), Marcora (1982), Besana (1990) e altri. Quanto alla seconda serie di iscrizioni si tratta di testi che ricordano alcuni lavori che furono eseguiti nella chiesa di S. Brigida, la medioevale chiesetta che sorgeva nel castro cassaghese e che si suppone sia stata fondata da monaci irlandesi nel VII-IX sec. quando attraversarono le terre lombarde occupate dai Longobardi. Cassago, notoriamente, fu luogo di insediamento di nobili longobardi, come ricorda una pergamena dell'854, dove un certo Gaiderisso figlio di Agemundo attesta di aver acquistato delle terre sul lago di Como in località Mandronio a Lierna. Nel 1592 la chiesa di S. Brigida, che con S. Carlo era diventata la chiesa parrocchiale di Cassago, fu probabilmente oggetto di restauri che furono commissionati, forse per un legato o per un voto, dai fratelli Cristoforo e Ambrogio Brambilla, parenti del primo parroco di Cassago. Nello stesso anno le pareti della chiesa furono anche affrescate da un pittore lombardo non altrimenti noto, un certo Paolo da Somma.
La realizzazione della nuova chiesa secondo la sequenza di episodi descritta dall'architetto Sangalli, che in quegli stessi anni metteva mano anche alla chiesa parrocchiale di Barzago, furono possibili perchè la Comunità di Cassago aveva dato il suo benestare e la sua approvazione al concambio con la Casa Ducale. Il 28 aprile del 1756 fu convocata l'assemblea generale delle famiglie di Cassago che doveva trattare la questione: la riunione, alla presenza delle autorità, si svolse, per motivi di spazio, sulla piazza pubblica. Di quanto accadde quel giorno conserviamo il verbale sottoscritto dal Cancelliere Francesco Antonio Balsamo che annotò i presenti, le proposte e quanto venne deciso:
"Essendosi a istanza del Console e Sindaco e delegati di questa Comunità fatto esporre alla Pubblica Piazza sotto il giorno 26 corrente un avviso invitatorio a tutti i Capi di Casa per che intervenissero in questo giorno, per trattare sopra l'affare che qui sotto si descriverà, e come dalla stessa cedola invitatoria, ed essendo stati nel giorno 27 resi notiziosi, ed avvisati tutti i suddetti Capi di Casa per come sopra col mezzo del Console stesso portatosi nelle rispettive case, finalmente dopo triplicato suono di campana fatto in questo giorno come il solito per detta Convocazione e così: Convocati e congregati tutti i qui sotto descritti, quali sono intervenuti sopra la pubblica Piazza secondo le consuetudini e con l'assistenza di me sottoscritto Cancelliere delegato Francesco Antonio Balsamo quali sono i seguenti:
1. (Cassago) Domenico Sangallo
2. Giuseppe Motta
3. Andrea Caccia
4. Giuseppe Mapello console
5. Antonio Caglio Sindaco
6. Aquilino Riboldi
7. Giovanni Antonio Caccia
8. Rocco Rovello
9. Gervasio Brambilla
10. Filippo Cazzaniga
11. Giovanni Nava
12. Ambrogio Viganò
13. messer Pietro Antonio Confalonieri
14. Gasparo Cazzaniga
15. Antonio Maria Radaello
16. Giuseppe Ratti
17. Giuseppe Camesasca
18. Luca Villa
19. Pietro Caccia
20. Tomaso Ghezzi
21. Francesco Ratti
22. messer Giovanni Caglio
23. messer Giacomo Caglio
24. Giovanni Colzani
25. Cesare Antonio Confalonieri
26. Francesco Mapello
27. Mauro Giusano
28. Gerolamo Cazzaniga
29. (Zizzanorre) messer Giovanni Pirovano
30. Giovanni Battista Viganò
31. Carlo Valli
32. (Oriano) Antonio Rovelli
33. Motta detto il scianchino
34. Giuseppe Antonio Gallo
35. Giuseppe Pirovano
36. Paolo Redaello
37. Domenico Rigamonti
38. Giovanni Consonni
39. (Tremoncino) Benedetto Fumagallo
40. Benedetto Fumagallo q. Pietro
41. Paolo Radaello
42. Francesco Dongo
43. Pietro Antonio Mambretto
44. Bernardo Filigura
45. (La Chà) Paolo Fumagallo
46. (La Costaiola) Paolo Penati
47. (La Costa) Clemente Redaello
48. (Campi Asciutti) Alessandro Colzani
49. Carlo Antonio Pozzoli
50. Antonio Tagliabue Ortolano
Quali sono e passano il numero di due terzi di età maggiori. Propostosi da Antonio Caglio come dopo longo serio discorso per lo spazio d'un anno e più sij riuscito mediante l'intercessione di diverse persone pie e confidenti quali hanno trattato con l'Illustrissimo signor Conte don franceco Antonio Visconti Pirovano per una parte e con gli Officiali di questa Parrocchiale per l'altra, per la conciliazione della Nuova Fabbrica d'una Chiesa tanto necessaria, con annessa sua casa Parrocchiale mediante Cambio che più diffusamente resta descritto e delineato anche per disegno, quindi fà d'uopo esaminare e stabilire ciò che più convenga per l'esecuzione della medesima proponendosi il seguente progetto.
Che il Signor Conte suddetto si offre a dare a cottesta Chiesa Parrocchiale e Comunità il sito di sua propria ragione lavorato dal Baldino di circa pertiche 7 per formare detta nuova Chiesa, Cappelle e Sagrestia e i suoi comodi, e di più la Casa detta della Torre per l'abitazione del Signor Curato, riservata però in parte da separarsi e ciò a titolo di cambio con la riserva di passare alla Stipulazione di detta convenzione ogni qualvolta piaccia a cottesti communali, e venga fatta delegazione con ampia autorità in due dei medesimi per trattare e concludere con il suddetto Conte in valida forma, e con tutti quei patti che resteranno convenuti che la Comunità o sieno i componenti della medesima dovranno a titolo di cambio come sopra cedere e dare in propria ragione al detto Signor Conte tutto il sito della Chiesa presente e Casa Parrocchiale, Ortajolo e Piazza con le reciproche ragioni il tutto demolito a spese di detta Comunità nel termine d'anni quattro prossimi futuri lasciandosi dal detto Signor Conte per la sua equità tutti i materiali, ferramenti e legnami di detta Chiesa e casa vecchia per la costruzione della nuova chiesa, ben inteso però che il sito demolito debba essere spurgato di qualunque rottame, terra e altro a spese della medesima Comunità dovendosi lasciare intatto il solo sito della sala con suoi superiori e scala e cantina che presentemente serve al signor Curato per comodo a dominio dello stesso Signor Conte in maniera tale che questi non si possano demolire se non con speciale licenza del Signor Conte suddeto e come più ampiamente si spiegherà nella scrittura che in seguito si dovrà fare fra le parti suddette quando si sia corso al menzionato scambio, che però è stato unanimemente approvato ed accordato che si faccia detto cambio, concedendo la facoltà ampia e generale ai signori Antonio Caglio e messer Aquilino Riboldi i quali possano cedere, obbligarsi e fare tutto ciò che convenga presso detto Signor Conte per l'esecuzione di detto contratto, incaricando pure i medesimi delegati a dare le grazie al predetto Signor Conte d'una sì pia opera, come altre si possano detti delegati concedere al detto Signor Conte la facoltà di poter ricorrere in nome anche di questa Comunità per qualunque dispensa dal Senato eccellentissimo ed anche della Curia Archiepiscopale se così convenisse e piacesse al detto Signor Conte e tutto ciò a spese di detta Comunità.
Propostasi dal suddetto Antonio Caglio che per l'esecuzione di detta Fabbrica converrà ricorrere alla Curia Archiepiscopale di Milano esibendo il disegno di già fatto dal signor Ingegnere Collegiato di Milano Gian Carlo Besana per detta Chiesa ed esponendo ricorso per l'approvazione di detta costruzione cosicchè faccia dopo vi sij persona, o persone che facciano tutti quei passi necessari ed opportuni. Per ciò sono stati e vengono delegati i signori Antonio Castiglione e il signor Giovanni Girola, i quali con il loro zelo possano fare tutto ciò che convenga per utile anche con l'assistenza del su accennato signor Conte Visconti come Procuratore o sia Protettore di detta Chiesa. Propostosi dal suddetto Caglio, Console e Sindaco come per maggior utile di detta chiesa credersi convenire di passare alla alienazione dei pochi fondi di detta Comunità e Chiesa in parte già dispensati procurandone il maggior utile. Perciò restano delegati il reverendo signor Giacomo Bossi e messer Giovanni Pirovano e Antonio Tagliabue, quali procureranno il più possibile vantaggio, e convenendo passeranno alla alienazione come sopra, conferendo al compratore o compratori ogni ragione e stato con qualunque approvazione o dispensa successiva da riportarsi, quali delegati gli si conferisce ogni autorità come sopra. Propostosi finalmente da suddetto Console e Sindaco che prima della costruzione di detta nuova fabbrica sij spediente e ben giusto darne parte ai signori compratori ed Estimati della Comunità sperando non solo che gradiranno la detta pia opera, ma altresì useranno della loro particolare Carità atteso una tanto necessaria costruzione.
Restano delegati i reverendi signor Parroco pro tempora, il reverendo signor Isidoro Caccia e messer Giovan Battista Viganò, e il signor Antonio Caglio i quali mediante un memoriale di ricorso che faranno stendere si passi presentando agli Estimati, procurando i medesimi delegati di esigere a titolo di Carità qualunque elemosina o di denari o di generi, ponendosi altresì nella Chiesa una cassetta per raccogliere le elemosine per detta nuova Chiesa e fabbrica e animando tutti gli Operaj, Massari e Pigionanti perchè concorrino al detto travaglio per procurarne il permesso dal signor Curato di poter travagliare anche nei giorni festivi per la maggior speditezza, atteso la grande necessità, non potendosi quasi più officiare nella presente Chiesa pregando i menzionati delegati della loro continua assistenza e che possano nelle occorrenze subdelegare altri soggetti capaci in loro compagnia, non mancando di raccomandare specialmente alla carità e pietà del signor Curato, del quale si spera mediante la sua assistenza felice esito.
Io sottoscritto qui presente al Convocato suddetto pubblicato nella pubblica Piazza di Cassago con l'intervento della maggior parte degli Uomini componenti la Comunità di Cassago.
Francesco Antonio Balsamo Cancelliere Delegato
In forza delle deliberazioni approvate dall'assemblea, la sera stessa si passò immediatamente alla firma della convenzione che doveva regolare i rapporti fra la Casa Ducale e la Comunità di Cassago. La convenzione fu sottoscritta dal conte Francesco Antonio Pirovano Visconti e dai delegati della Comunità Antonio Caglio e Aquilino Riboldi. Eccone il testo:
"28 aprile 1756 alla sera
Per tenore della presente, quale vogliono le infrascritte parti alla forza come se fosse per pubblico giurato istrumento solennemente stipulato da pubblico Notaro di Milano con le dovute clausole e formalità, cioè l'Illustrissimo signor Conte don Francesco Antonio Visconti Pirovano per una parte e M. Antonio Caglio ed Aquilino Riboldi per l'altra parte, come delegati di detta Comunità, come appare approvato dal Convocato Generale seguito questo giorno, al quale si rimanda.
Essendo che dopo lo spazio d'un anno scorso sia riuscito agli Uomini ed abitanti in detta Comunità unitamente all'infrascritto signor Curato di detto luogo, mediante l'interposizione di pie persone, quali hanno ottenuto il sottoscritto Cambio col predetto signor Conte Visconti per formare una nuova Chiesa Parrocchiale, con annessa una Casa per conveniente abitazione del predetto signor Curato, ed essendo che dallo stesso signor Conte per far cosa grata a detta Comunità e Chiesa concorse al detto cambio ed aderisca all'istanza suddetta.
Quindi il suaccennato Signor Conte Visconti dà e cede ai detti delegati per detta Chiesa il sito di propria sua ragione lavorata dal Baldino di pertiche 4 tav. 1 p. 6 circa per formare detta nuova Chiesa, Cappelle, Sagristia, Campanile e suoi comodi, come altresì dà e cede in cambio come sopra la Casa annessa a detto fondo detta della Torre per l'abitazione del signor Curato riservata però in parte da separarsi dalla detta Casa che si cede, qual consiste come segue. Porta grande verso levante per l'ingresso con un andito, alla sinistra, del quale avvi stalla grande, e successivamente altro Stallino, o sia Solaio verso mezzo giorno, un portico di cotto in quattro archi, ed infine del medesimo una Stanzina a piano terra, il tutto sino al tetto inclusivamente, come di presente si ritrova, verso ponente una scala di vivo con parapetto di muro coperto di lastre, la qual Scala discende ad una Cantina Sotterranea, sito di Corte come si trova al presente alla parte di tramontana, e sotto l'andito della porta pozzo con suo Curletto di legno e susseguentemente uscio di Cantina, che serve di comunicazione per ascendere la Scala a Superiori, ed anche alla Cucina ivi annessa, e dispensino, Scala in parte di cotto e vivi, ed in parte di tavole e piotti ove alla sinistra del ripiano della medesima avvi Stanza sopra l'andito di porta da rifarsi e seguendo detta Scala, Loggia pure di tavole che serve per ingresso a due stanze Superiori, confinanti all'angolo verso ponente, nel qual sito vi è uscio, che serve di comunicazione ad un solaro di detto Signor Conte Visconti, qual deve essere anch'esso otturato e dette due stanze Superiori s'intendono sino al tetto inclusivamente, come di presente si ritrovano e ciò con i seguenti patti.
Primo, che il cambio suddetto in corrispetività di quanto sopra i menzionati Antonio Caglio ed Aquilino Riboldi delegati come sopra, danno e cedono ad utile dominio, ragione, luogo e stato tutto il sito che attualmente serve di Chiesa parocchiale, Sagristia, Campanile, Casa Parrocchiale e Piazza, obbligandosi, come sin da adesso si sono obbligati, e si obbligano i menzionati delegati in nome di detta Comunità di dare al detto signor Conte Visconti detti siti demoliti, a riserva come sotto, nello spazio di anni quattro prossimi venturi, rimossa ogni eccezione, qual sito da riservarsi intatto è la Sala verso mezzogiorno con suo Superiore, Scala e Cantina che presentemente serve al signor Curato e ciò per comodo di detto signor Conte, di maniera che non si possino demolire, se non con special licenza di detto signor Conte Visconti, nel rimanente poi da demolirsi tanto della Chiesa, campanile, sagrestia ed altro dovrà il tutto farsi a spese di detta Comunità cedendosi dal detto signor Conte tutti i materiali, legnami, ferramenti ed altro ad utile di detta Chiesa, perchè detto sito venga spurgato da ogni rottame, o terra, così che si debba lasciarlo libero e senza alcun imbarazzo.
2° Sarà a carico di detto Signor Conte il far adattare detta Casa della Torre, riducendosi la Stalla grande in una Sala, la Stanza superiore all'andito dela Porta da rifarsi, e queste per comodo di detto signor Curato. Sarà pure a carico di detto signor Conte e a sue spese far otturare il portico verso ponente e dirimpetto alla porta costruito in tre archi con colonne di vivo, con muro di cotto per segregarlo da detta casa, avendovi l'ingresso per l'altra parte, qual portico serve di comunicazione dalla Casa del Fattore al granaio riservato a detto signor Conte, come pure di fare otturare tutte le finestre e fori, che riguardano verso detta Casa per togliere qualunque servitù e soggezione a detta Casa Parrocchiale, che detto signor Conte dà e cede in cambio come sopra, così che i detti siti riservati a detto signor Conte non abbiano comunicazione alcuna, nè servitù verso detta Casa Parrocchiale, a riserva delle acque pluviali dai tetti di detta casa.
3° Sarà lecito al detto signor Conte il poter ricorrere alla Curia Arcivescovile e Senato Eccellentissimo in nome di noi sottoscritti delegati per detta Comunità per l'approvazione di detto Cambio ed occorrendo qualche spesa, si dovrà rimborsare il signor Conte dalla detta Comunità perchè così resta convenuto.
4° Dovendosi infallibilmente nel corrente anno dar principio alla scavazione dei nuovi fondamenti e continuare detta fabbrica così che quando riuscisse prima di detto termine d'anni quattro di oter terminare detta Fabbarica, o almeno ridurla all'Officiatura e Fonzioni Parrocchiali, s'intendano tenuti ed obbligati i detti delegati a lasciare immediatamente a detto signor Conte i menzionati siti nel modo come sopra e cioè a piena sua disposizione, ragione, domnio, come sopra.
5° Sarà pure lecito a detto signor Conte come gli si è concesso e si concede per nome di detta Comunità la facoltà di poter far fare in detta Nuova Chiesa una Tribuna per comodo di se e suoi in quel sito che più gli converrà, e di minor incomodo a detta Chiesa con appoggiarsi occorrendo ai muri di detta Chiesa per costruire il passo a detta Tribuna.
6° Sarà tenuta detta Comunità nella Costruzione della nuova Fabbrica lasciare il passo libero per transito capace per carrozza, che procede dall'ingresso del Portone e comunica al Viale di detto signor Conte perchè pure così resta convenuto.
7° Sarà pure a carico di detta Comunità il far continuare e perfezionare la Cinta di muro di già cominciata, lasciando soltanto il sito, che verà indicato da detto signor Conte per formarvi due pilastri per la costruzione di un Restello in detta Cinta per divisone di detta nuova Chiesa e Piazza a fondi del predetto signor Conte, qual Cinta s'intende divisoria e nei successivi tempi obbligati reciprocamente alla manutenzione della medesima perchè così.
8° E la presente si dovrà ridurre a pubblico e giurato istrumento nel termine di giorni quindici, si dice quindici prossimi futuri, perchè così resta convenuto, ed in fede essi sono sottoscritti alla presenza degli infrascritti Testimonij.
Sottoscritto Conte Francesco Antonio Visconti Pirovano affermo come sopra.
Sottoscritto Jo:Antonio Caglio delegato come sopra affermo come sopra.
Sottoscritto Jo:Aquilino Riboldi delegato affermo come sopra.
Io sottoscritto Curato di Cassago approvo il cambio come sopra per quello che riguarda la Comunità, e Chiesa suddetta con il predetto signor Conte, e rispetto a me sottoscritto per quanto riguarda la nominata permuta di mia abitazione parrocchiale ed altre giurisdizioni mi riporto a quanto risulterà e credesi giusto convenire nell'atto della Visita de' mei Superiori come sempre rimettendomi.
Sottoscritto Jo Prete Giueppe Beretta Curato di cassago affermo come sopra.
Sottoscritto Jo Giuseppe Bossi fui presente per testimonio.
Sottoscritto Jo Francesco Nava fui presente per testimonio.
Sottoscritto Jo Giovanni Domenico Rivolta fui presente per testimonio.
Sottoscritto Jo Prete Isidoro Caccia fui presente per testimonio.
Sottoscritto Jo Giovanni Paolo Piantanida ho collaudato come sopra e fui presente."
A maggio la Comunità fa una richiesta ufficiale alla Curia milanese perché conceda un decreto di approvazione dei lavori da eseguire. La richiesta viene presentata da Antonio Castiglione che lo fa a nome di Giovanni Girala, delegato della Comunità cassaghese:
"21 maggio 1756
Eccellentissimo principe evvi nella Comunità di Cassago Pieve di Missaglia, Ducato di Milano una sola ben angusta Chiesa, quale chiamasi Parrocchiale sotto il titolo e protezione di S. Giacomo, ove radunasi il Popolo di detta Comunità, non senza pericolo d'una repentina ruina.
Per un così compassionevole stato che trovasi la Casa di Dio, credono far d'uopo gli Uomini parrocchiani di detta Comunità passare alla costruzione di una nuova fabbrica, per lo che non essendo capace un sì angusto spazio di sito esistente circa pertiche 1 tav. 4 p. 10 in confronto del numeroso Popolo abitante massime, che si tratta in detto perticato, anco la Piazza, ed abitazione del Parroco, e riducendosi ad una somma spesa, oltre le difficoltà de' carreggi per la montuosità e tropo distante dal maggior corpode' parrocchiani, quandosi volesse riadattare nuova fabbrica in detto fondo a considerazione di tali ben fondate circostanze stimarono i delegati del Convocatodel giorno 28 aprile prossimo scorso riprendere il trattato propostosi negli scorsi anni con nobile signor Conte don Francesco Antonio Pirovano Visconti Estimato di detta Comunità Zelantissimo Protettore, nonchè priore di detta Chiesa per ottenere un conveniente cambio di sito, affinchè si possa una lodevole fabbrica in maggiore capacità di fondo, come anche d'abitazione propria ad uso del reverendo Parroco pro tempora dopo lungo esame riuscì a detti delegati concludere con menzionato Nobile Cavaliere un cambio così vantaggioso per detta Comunità, Chiesa e Casa Parrocchiale come manifestamente lo prova la citata scrittura di Convenzione del 28 scorso Aprile.
Trattasi che il fondo di detta Chiesa, Piazza e Casa Parrocchiale in tutto consiste di pertiche 1 tav. 4 p. 10 come di sopra citato, quando in confronto di ciò ne viene a ottenere la Chesa pertiche 4 tav.1 p. 6 oltre l'abitazione nuova per il Parroco, non meno di tutti i materiali, legnami,ferramenti ed ogni altra cosa della presentanea chiesa, quali servir potranno per la costruzione dela nuova Chiesa.
Credesi pertanto necessario che l'Eccellenza Vostra si compiaccia compassionando il miserabile stato de' supplicanti a vista dei qui allegati disegni di detta nuova Fabbrica, cioè rispetto al fondo segnato col n. 1 faciata interiore, al n. 2 esteriore, o sia prospetto n. 3 formato dal Perito Delegato signor Ingegnere Collegiato Giovanni Carlo Besana, onde graziosamente conceda la desiderata facoltà che si ponga principio a detta Fabbrica dela menzionata Chiesa per la più pronta speditezza, il che per quello che riguarda l'abitazione parrocchiale, atteso la rimessa del presentaneo parroco, stimano i Supplicanti che preceduta la visita del Vicario Fonaeo o da chi stimerà l'Eccellenza Vostra, si passi alla determinazione ed approvazione di quanto sopra.
Si fanno cuore i Supplicanti esporre all'Eccellenza Vostra come sarebbe di non poco utile per detta Chiesa, se dal Popolo si concorresse al lavoro anche nei giorni festivi, e per animar quelli, opportuno sarebbe, che l'Eccellenza Vostra concedesse qualche Indulgenza, oltre la menzionata facoltà di poter lavorare in detto tempo. Finalmente si ha nella Scrittura suddetta di convenzione che sia facoltativo al predetto cavaliere il far costruire piacendo, una tribuna per comodo di sè e suoi, e saranno tenuti gli Uomini di detta Comunità a cedere il fondo di detta Chiesa demolito nel termine limitato a titolo di cambio come sopra, così che si abbia detto fondo a considerarsi loco e di primitiva ragione dello stesso signor Conte. Quindi i Supplicanti a nome di tutti di detta Comunità ricorrono all'Eccellenza Vostra non dubitando sarà lei a dare i più opportuni ordini per la spedizione dell'atto stesso, che passerà alla approvazione di quanto sopra, il che sperano.
Sottoscritto Antonio castiglione anche a nome del signor Giovanni Girola delegati di detta Comunità."
La richiesta viene accolta dalla Curia milanese, che provvede ad emettere il relativo decreto di nulla osta sottoscritto dal cardinale arcivescovo Pozzobonelli, che l'anno dopo sarebbe stato in visita parrocchiale a Cassago:
"Dominus Praepositus Vicarius Foraneus Missaliae recognito annexo Tijpo Ecclesiae noviter aedificandae in loco cassagi istius Plebis se conferat in rem presentem et reognoscat qua in parte aperienda sit fenestrella vulgo, Tribuna, de qua in precibus.
Visitet insuper domus, quam nunc Parochus inhabitat, aliamque subrogandum et recognoscat utrum subroganda possit reduci addecentem Rectoris habitationem, informationes insuper assumat, an parochus teneatur ad reparationem domus, vel potius Communitas et de omnibus relationis Nobis faciat, votuum suum addendo.
Ex Palatio nostro Archepiscopali Mediolani 21 Maij 1756.
Signatus J. Cardinalis Archiepiscopus."
A luglio, precisamente il dodici del mese, viene stipulata la convenzione vera e propria fra il conte Francesco, la Comunità di Cassago e il parroco don Giuseppe Beretta in cui sono specificate tutte le condizioni e le clausole che concernono la demolizione del vecchio e la costruzione del nuovo edificio ecclesiastico. In sintesi "il signor Conte cede ed assegna alla detta Comunità pertiche 4 tavole 1 piedi 6 d'una pezza di terreno di maggior perticato per fabbricarvi giusta il Disegno già approvato dall'Eccellentissimo Cardinale arcivescovo di Milano la nuova Chiesa, ed in oltre cede una Casa contigua a dette pertiche 4 tav. 1 p. 6 denominata la Casa della Torre per farla abitazione del Parroco di detta Chiesa in luogo della presentanea parrocchiale abitazione, ed altresì cede ed assegna un piccolo tratto di sito nell'angolo dell'osteria di ragione di detto signor Conte presso la Casa come sopra ceduta, ed in compenso di tali cessioni riceve da detta Comunità il sito della vecchia Chiesa, Sacrario, Torre del Campanile e Piazza avanti detta Chiesa con Orticiuolo annessi, ma riservati li materiali tutti alla Comunità e sotto diversi Patti e condizioni tra quali il Patto dell'aprimento d'una Tribuna nella nuova Chiesa nel sito designato e precisato dal signor Prevosto Vicario Foraneo di Missaglia nell'inserto di lui voto ovvero nell'opposto sito tra la Cappella a fianco sinistro dell'altare maggiore ed il Sacro Fonte Battesimale."
Nel 1757 il cardinale arcivescovo Pozzobonelli fu a Cassago in visita parrocchiale e gli atti di quella visita sono l'ultima descrizione di quella che fu la chiesa medioevale di S. Brigida. Chi stese la relazione afferma che non era noto l'anno di erezione della chiesa. Questa aveva all'entrata un frontespizio con un ornato architettonico e vi si entrava da una porta sufficientemente ampia. L'interno aveva una sola navata di 21 cubiti di lunghezza e 16 di larghezza. Il pavimento era in laterizio, mentre il tetto aveva delle tavole levigate. Nella chiesa erano conservati sei sepolcri: uno per i parroci, un altro per la nobile famiglia Nava, un terzo per la famiglia Masnaga, i rimanenti servivano per la Comunità. Esistevano anche due cappelle: la maggiore era alta 14 cubiti, larga 16 e lunga 9. Vi si accedeva da una porticina di ferro salendo tre gradini che portavano all'altare.
Quest'ultimo aveva un tabernacolo parte in ferro, parte dorato con due finestrelle, dove era conservato il SS. Sacramento. La cappella era lastricata con laterizi e sulle pareti aveva pitture antiche: c'era una croce e un'altra pittura raffigurava un Crocifisso che era protetto da un velo color porpora. L'altra cappella, sulla parete sinistra per chi entrava, fu edificata in onore della Beata vergine Maria. Era lunga 5 cubiti, larga 6 con una arco sottostante il tetto ed era protetta da un cancello di legno. Aveva un altare sulla parete e sopra una mensola era conservata in una nicchia una statua in legno della Beata Vergine. L'altare maggiore era sulla parete di fondo della chiesa e vi si accedeva salendo tre gradini con in mezzo due colonne che reggevano un architrave. Nella chiesa c'era anche la cappella del Battistero abbastanza ampia, con in mezzo una pietra di forma rotonda a columella e un ciborio di legno a forma ottagonale. Fra questa cappella e la parete laterale era stata scavata una finestrella ad uso di sacrario. Verso sud la chiesa era collegata a una torre da cui pendevano due campane a uso religioso. All'esterno, in prossimità della cappella maggiore si sviluppava, attorno alla chiesa, il cimitero. Per impedire l'accesso delle bestie al pascolo l'entrata era stata provvista di quattro gradini. Sempre vicino alla cappella maggiore c'era la sacrestia e l'ossario. Sull'altare maggiore erano esposte le ossa dei santi Gaudenzio, Costanzo e Magno. I lavori per la costruzione della nuova chiesa durarono dal 1755 al 1761-62: il 12 novembre 1755 si incominciarono i preparativi per la costruzione; il 5 agosto 1756 fu gettata la prima pietra delle fondamenta e l'onore toccò al mons. Vincenzo Visconti, fratello del conte don Antonio Francesco; il 28 novembre 1758 si concluse l'evacuazione dei sepolcri della vecchia chiesa; il 29 dicembre si iniziò a demolire la chiesa e la casa del parroco, il reverendo don Giuseppe Beretta. Carlo Giuseppe Beretta fu parroco di Cassago dal 1716 (aveva preso possesso della parrocchia l'8 ottobre) al 1760. Nato nel 1685 a Milano, il Beretta resterà a Cassago per ben 44 anni fino alla morte nel 1760. Nessun altro parroco ha retto così a lungo la parrocchia di Cassago. In questi anni ricevette l'aiuto di tre sacerdoti: Giuseppe Correnti per la chiesa di Oriano e Isidoro Caccia e Giovan Battista Redaelli per la chiesa di Cassago. Di tutta la sua attività pastorale vogliamo qui ricordare solo la sua ultima e più fulgida perla e cioè la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, che è poi quella attuale. Dopo aver ricevuto la visita pastorale il 1 giugno 1757 del cardinale Giuseppe Pozzobonelli, che lo incoraggia a proseguire l'opera intrapresa, egli stesso si trasferisce a Oriano dove i signori Boara gli garantiscono una casa dove abitarvi per otto mesi. In questo periodo officia nella chiesa di Oriano che finge da parrocchiale. Nel febbraio 1759 si conclude la demolizione della chiesa e della canonica. Si finisce anche disseppellire le ossa dei morti dal cimitero e dalla piazza davanti alla nuova chiesa dove se ne trovarono una grande quantità.
Questa scoperta di ossa a valle del castro è piuttosto inconsueta e potrebbe rivelare la probabile presenza ab antiquo di una necropoli di età romana, di cui si erano perse le tracce. Il 25 aprile viene convocata l'assemblea generale della Comunità di Cassago, alla quale parteciparono 50 dei 63 capofamiglia: in quell'occasione fu definitivamente contrattata la ricostruzione di una nuova chiesa più a valle su un terreno messo a disposizione dal duca Francesco Antonio Visconti in cambio dell'area occupata dalla vecchia chiesa e canonica. Nell'agosto del 1759 il parroco Beretta si trasferì da Oriano nella nuova canonica di Cassago, che era stata donata dal duca Antonio Visconti alla Comunità di Cassago e che corrisponde all'odierna sede dell'associazione sant'Agostino e alle abitazioni del sacrestano. Questa casa, chiamata casa della torre, era appartenuta ai nobili Nava prima di essere ceduta ai Visconti e poi alla Comunità di Cassago, che a sua volta la dava in uso al parroco. Nel 1762 i lavori per la ricostruzione della chiesa erano finalmente conclusi: nel frattempo però il parroco Beretta purtroppo era morto. «Il molto revverendo Parroco Giuseppe Beretta - riporta il Chronicon - sorpreso da accidente nella mattina del 17 del corrente mese di gennajo dopo le fatiche parrochiali di 44 anni circa, munito dei SS. Sacramenti di Penitenza, Eucharestia et Estrema Unzione e procuratoli li Atti di fede, speranza e Carità e Pentimento e racomandata la di lui anima a Dio colle solite preci dalla Chiesa prescritte e compartitagli la Benedizione papale coll'applicazione dell'Indulgenza fu dimandato da Dio gran Padrone, essendo in età di 75 anni circa a godere il premio nell'ore 22 del diecinove. Se li fecero le Esequie nel sudetto giorno dal M. Rev. Sig. Prevosto di Missaglia col intervento d'altri 23 sacerdoti, dindi fu sepolto il di lui cadavere sotto la lampada nella Chiesa di SS. Marco e Gregorio d'Oriano per essere in fabbrica la Chiesa parrocchiale di Cassago interinalmente avendo egli disposto di essere sepolto nel sepolcro de Parochi e Sacerdoti di Cassago. E per fede Jo P. Gio. Battista Perego Curato di Cremella.»
Questo parroco così benemerito per la parrocchia di Cassago fu dunque sepolto nella chiesa di Oriano, dove riposa ancora. Gli successe don Francesco Ruscone a cui spettò l'onore di firmare la richiesta che la Fabbriceria fece al cardinale Pozzobonelli di benedire la nuova chiesa: “Essendo la nuova fabbrica della Chiesa Parochiale di Cassago Pieve di Missaglia indotta a segno d'essere officiata con universal soddisfazione di tutto il popolo, Li Fabbriceri della detta fabbrica servitori umilissimi di V. E. alla medema ricorrono Umilmente suplicandola degnarsi delegare il Molto Reverendo signor Prevosto di Massaggia alla visita ed alla Benedizione della medesima che implorano e sperano.” La richiesta fu accolta dal cardinale arcivescovo di Milano, che il 23 settembre 1762 firmò un decreto in cui chiedeva al prevosto di Missaglia il reverendo Luca de Damiani di recarsi a Cassago perché vi consacrasse la chiesa che era stata costruita a norma delle istruzioni religiose, portandovi l'olio santo e l'acqua del fonte battesimale. All'interno della nuova chiesa, come da accordi, era stata riservata una camera alla Casa Ducale sopra il presbiterio affinché potesse assistere alle celebrazioni in luogo riservato. A questa camera il duca e la sua famiglia accedevano direttamente dalla loro abitazione grazie ad un ponte che la collegava direttamente all'edificio sacro. Una lapide, in marmo nero su cui campeggiava lo stesso della Famiglia con la biscia viscontea di fronte all'aquila dei Pirovano, ricordava il privilegio grazie a cui la Casa Ducale poteva godere di questo luogo:
CLEMENTE XIII P. O. M.
LARGIENTE PERPETUO
SIBI. SUIS. ET CONTUBERNALIBUS
SACRIS. HUJUS. TEMPLI. ADESSE
FRANCISCUS. ANTONIUS
COMES. VICECOMES. PIROVANUS
CONCLAVE. ASYLI. IMMUNE
EXSTRUXIT. APERUIT
A. MDCCLXIII
Come recita il testo latino, il Conte Francesco Antonio Visconti Pirovano eresse e inaugurò questa camera di asilo senza alcun obbligo, poiché papa Clemente XIII aveva concesso a lui, ai suoi familiari e ai suoi amici di partecipare da quel luogo ai sacri Uffici della chiesa di Cassago. La scritta è datata 1763, un solo anno dopo il completamento della fabbrica della chiesa. Sua moglie la marchesa Marianna Fagnani donò alla chiesa "un paramento di drago bianco in terzo spolinato e guarnito di bindello fino" che fu "dato ad uso della chiesa colla condizione che nel caso d'abolizione della parrocchia debba distribuirsi il ricavo ai Poveri di Cassago."
Sempre nell'ottica di migliorare la situazione urbanistica generale dei suoi possedimenti, nel 1778 il conte Francesco riesce ad ottenere da Giacomo Caglio l'autorizzazione ad "atterrare il portichetto appoggiato in parte alla mura di cinta dello stesso signor conte ed in parte a quelle della casa del signor Isidoro Caccia, essendo però il materiale e legnami di detto portichetto di ragione del proprietario."
Isidoro Caccia era un sacerdote che dimorava a Cassago per tutto l'anno, poiché godeva della cappellania Zappa eretta nella parrocchiale e che garantiva la presenza di un coadiutore al parroco, che in quell'anno era Cristoforo Redaelli. Gli abitanti di Cassago erano 709 e, come ricorda il parroco, era analfabeti perché "in questa parrocchia non vi si trova chi insegni a leggere e scrivere né gratis né con mercede."