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UBERTO VISCONTI DI MODRONE (Milano 1871 - San Remo 1923)

1912: la classe elementare con la Maestra

Arturo Toscanini

 

 

UBERTO VISCONTI DI MODRONE (Milano 1871 - San Remo 1923)

 

 

 

Figlio del duca Guido Visconti e della nobildonna Ida Rensi, fu capitano di cavalleria nella prima guerra mondiale ed esercitò in seguito attività politiche e amministrative a Milano. Fu presidente del comitato di gestione del Teatro alla Scala. A questo proposito così lo ricorda la marchesa Maria Anna Visconti di Modrone, sua nipote: "Quello che ho sempre sentito dire è che il teatro la Scala fu personalmente gestito da mio nonno ed il pagamento dei debiti erano a carico di mio nonno stesso. Tanto è vero che nell'eredità di mia madre, che ricevette il palazzo di via Cerva 42, era legata ad una piccola casa (42 A) che mia madre non ereditò ed il nonno vendette per pagare i debiti della Scala." Ai Visconti e al loro fattivo interessamento la Scala dovette per circa un secolo buona parte del suo prestigio (Duecento anni alla Scala, Catalogo Mostra a Palazzo Reale 1778-1978, 67).

Luchino Visconti, che vi esordì nel 1954, aveva frequentato la Scala sin da bambino e gli piaceva ricordare che alla Scala, nel giorno della sua nascita, si rappresentava la Traviata. Questo legame con la Scala è rafforzato da un episodio significativo: durante la seconda guerra mondiale è nel Palazzo di Cassago che furono conservati i manoscritti di Giuseppe Verdi. "Nonno Uberto - ricorda ancora la nipote - amava moltissimo la nostra Brianza, e fece costruire proprio per soggiornarvi nei periodi estivi, Villa Belvedere a Macherio, dove passò anni di riposo e sereni."

 

Il nuovo Municipio

Il duca Uberto si dispose a vendere nel 1910 un appezzamento di terra alla Amministrazione Comunale di Cassago con l'obiettivo di costruirvi l'Edificio Comunale che sarebbe stato utilizzato anche come Scuola. Il 18 aprile la Giunta Municipale, ricevute le necessarie approvazioni dalle competenti pubbliche autorità, inviò una ulteriore richiesta al duca chiedendogli il permesso di costruire sulle sue proprietà una tratta di acquedotto ad uso del nuovo edificio comunale:

"Definitivamente approvato dalla Superiore Autorità il progetto per la costruzione del Nuovo Edificio Scolastico-Municipale sull'appezzamento di terreno che S. E. il Duca Visconti è disposto a vendere al Comune di Cassago, questa Amministrazione Comunale fa istanza onde essere autorizzata ad approfondire l'attuale fosso colatore delle acque sorgive e filtranti nel terreno stesso, fosso che attraversando la strada comunale di Bulciago ed il prato, proprietà Visconti, a ponente della stessa si scarica a mezzodì della strada Comunale di Nibionno ancora sulla proprietà Visconti. Il nuovo acquedotto lungo cento metri circa, costituito da tubi di cemento sotterranei, a sufficiente profondità per lo scarico del piano sotterraneo dell'erigendo Edificio è indispensabile all'inizio dei lavori e codesta Amministrazione Comunale nutre viva fiducia che la sua domanda verrà favorevolmente accolta con cortese sollecitudine garantendo fin d'ora che i danni arrecati ai frutti pendenti saranno risarciti al colono dall'assuntore dei lavori, capomastro Longoni Enrico di Barzanò. In attesa di un pregiato cenno, ringraziando anticipatamente, con tutta stima si segna la Giunta Municipale

Angelo Porro

Redaelli Antonio

Redaelli Leonardo."

Le proprietà agrarie che la Famiglia Visconti possedeva a Cassago erano ingenti: un elenco redatto dal Regio Commissario distrettuale certificava che nei Registri Censuari erano segnati terreni per 1460 pertiche cui veniva attribuito un valore d'estimo pari a 8369 scudi. Metà di questa proprietà erano appannaggio di donna Maria Giovanna Gropallo vedova di Uberto, l'altra metà apparteneva alla Ditta Visconti in parti uguali per ciascuno fratello Raimondo, Guido e Luigi.

 

Uberto presidente della società di gestione della Scala

Il 15 novembre 1902 era morto il duca Guido Visconti di Modrone, padre di Uberto. Rimase scoperto il posto di presidente della società che di fatto reggeva la Scala. A subentrargli è proprio Uberto, il primogenito, il nuovo duca Visconti di Modrone. Accanto a lui c'erano tre fratelli: Jean, Giuseppe e Guido."

Tutti e quattro bei ragazzi - ci informa Filippo Sacchi - di taglia distinta, col tipico naso aquilino di casa Visconti, occhi grandi e tondi e aristocratici baffi, ai quali, il quarto, Guido, che era artista aveva aggiunto la barbetta. Uberto e Jean erano quelli che si assomigliavano di più.

Entrambi erano stati brillantissimi ufficiali di cavalleria, senza specializzazioni in cultura, però naturalmente fatti all'uso del mondo, con pratica d'affari, larghe relazioni e spolveratura cosmopolita. Dei quattro l'unico che avesse effettiva cultura musicale era il minore, Guido, che aveva compiuti studi di pianoforte e composizione prima al Conservatorio di Milano e poi a Bologna col Martucci." Nonostante le predisposizioni artistiche del cadetto, a decidere la successione del duca Guido è, ancora una volta, l'albero genealogico e Uberto diviene presidente della società preposta alla gestione della Scala. La situazione che Uberto eredita non è delle più semplici, soprattutto dal punto di vista economico. La stagione artistica 1902-1903 risulta assai controversa ed acuisce ulteriormente il conflitto, più o meno latente, tra Toscanini e il pubblico milanese.

A questo deve aggiungersi l'incomprensione che andava radicandosi tra il maestro e Uberto Visconti, due caratteri forti che non riuscivano a trovare una facile convivenza. Contrasti economici inducono Toscanini a lasciare Milano per Torino: sarà sostituito dal giovane maestro Cleofonte Campanili, anch'egli di Parma. Toscanini ritornerà nel 1906. E' con Uberto Visconti che prende corpo l'idea della costituzione del Museo della Scala nei tre locali di compendio del Casino Ricordi che verrà ufficialmente inaugurato l'8 marzo 1913.

Uberto ne sarà il primo presidente.