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Percorso : HOME > Cassago > Nobili > Pirovano > Giovanna PirovanoGIOVANNA PIROVANO (1623 - 1678)
La cucina di una abitazione signorile seicentesca
GIOVANNA PIROVANO (1623 - 1678)
di Luigi Beretta
La figlia del questore Giovanni, che poteva fregiarsi del titolo di marchesa, stipulò un contratto di matrimonio nel 1643 con il conte Antonio Modrone. Il 24 agosto ci fu l'accordo per la costituzione di una dote di 12000 scudi più altri 3000 "di accrescimento."
Il 26 ottobre Antonio Modrone riceve 5000 scudi di dote per il matrimonio con Giovanna Pirovano. Verso il 1665 molto probabilmente morì Antonio Modrone, per cui si aprì la questione della restituzione della dote ricevuta nel 1643 in occasione del matrimonio. Per recuperare il capitale necessario l'abate Giovanni Carlo Modrone, fratello di Antonio, fa istanza al Senato di Milano per l'alienazione dei beni di Antonio "al fine di pagare i debiti che gravavano su quest'ultimo per la restituzione della dote della moglie Giovanna Pirovano".
Giovanna e Antonio avevano avuto nel 1661 una figlia, Teresa: è nota anche una seconda figlia Laura che si fece monaca nel monastero di clausura di S. Agostino a Porta Lodovica a Milano con il nome di Joanna Antonia. Laura entrò in clausura tra la fine del 1665 e gli inizi del 1666. Non sappiamo quanti anni avesse a quel tempo, probabilmente era giovanissima.
Una nota dell'Archivio Visconti di Modrone (Fald. I-106, Araldica, Pirovano e diversi) ne ricorda gli episodi principali:
"Per ordine della Sacra Congregatione di Roma su mandato di Martius S. R. E. Cardinalis Ginettus Episcopus Sabinensis si dà facoltà all'arcivescovo di Milano o suo Vicario generali di poter ricevere nel Monastero di clausura di S. Agostino in Porta Lodovica di Milano l'honesta zitella Giovanna Pirovani Modroni."
La sua entrata in convento quasi sicuramente fu un effetto della morte del padre e la dispensa giunta da Roma lascia intendere che non c'erano ancora i requisiti di età per essere accolta in un ordine religioso. Sua madre Giovanna aveva ormai deciso di convolare a nuove nozze ed era decisa a recuperare la propria dote. Il 29 settembre 1666 riuscì a ottenere 7000 scudi dall'abate Giovanni Carlo Modrone. Il fratello del marito li aveva avuti dalla SS. V. della Consolazione e aveva così iniziato la restituzione della dote di Antonio, che era fondata sopra "li dazi de' prestini del Pane bianco di Milano." L'8 giugno 1667 Giovanna roga una procura per la residua restituzione della dote. Solo nel 1675 ci sarà un atto di conciliazione fra lei e l'abate Modroni.
Nel frattempo dopo il matrimonio in seconde nozze celebrato il 4 ottobre 1668 nella Collegiata di S. Stefano Maggiore a Milano, Giovanna Pirovano si trasferisce a Torino assieme al marito Carlo Amadeo Rossilione de Bernés o Bernezzo. In occasione del matrimonio viene stipulato un contratto per la costituzione della dote: il procuratore di Giovanna, il signor Pietro Giacomo Maurizio Comotto, assicura al futuro marito, il marchese di Bernes, una dote di 12000 scudi assieme ad altri 6000 scudi extradotali.
Il marito a sua volta, cavaliere dell'Ordine della Santissima Annunziata e Capitano degli Arcieri, guardia del corpo di Sua Maestà Reale di Savoia, le assegna l'usufrutto di 10000 scudi d'oro. Nel caso in cui Giovanna fosse premorta, il marito dichiara di osservare le disposizioni dello Statuto e delle consuetudini di Torino. Giovanna Pirovano morì a Torino nel 1678.
Nello stesso foglio che ne ricorda la morte, un'altra annotazione accenna alla "figlia Laura si è fatta suora nel Monastero di sancto Lazaro di Milano con il nome di suor Gio:Antonia."
Di questa figlia non si conosce altro.