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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Saggi e studi storici > Gli ZumpaniFOCA ACCETTA: LA CONGREGAZIONE DEGLI ZUMPANI E LA PROVINCIA DI CALABRIA
Monastero di Paola
CRONOLOGIA E DIFFUSIONE DEGLI INSEDIAMENTI
di Foca Accetta
da ANALECTA AUGUSTINIANA, LXVII (2004)
La terza fase 1603-1650 (tab. 3), i cui termini temporali corrispondono da un lato alla decisione del priore generale di dividere la congregazione zumpana in Calabria Ultra e Citra e dall'altro alla bolla Instaurandae regularis disciplinae, segna per il movimento zumpano e la provincia un periodo di ristagno e di difficoltà, dovuto alle disposizioni pontificie contro la proliferazione degli insediamenti mendicanti. Infatti, oltre il ripristino del convento di Reggio (1639), si segnala la fondazione di otto conventi: tre zumpani e cinque della provincia di Calabria. Al contrario, per le altre componenti dell'Ordine in Calabria questo è un periodo di sviluppo poiché registra l'immissione e la diffusione degli agostiniani scalzi e la fondazione di due cenobi colloretani nella diocesi di Cassano.
FONDAZIONE DEI CONVENTI NEL PERIODO 1603-1650
Anno | Provincia Zumpani Colloretani Scalzi | Titolo | Diocesi | |||
1607 | Papanice | Ss. ma Annunziata | Crotone | |||
1611 | Grisolia | Ss. mo Salvatore | S. Marco | |||
1612 | Cotronei | S. Marco | S. Severina | |||
1614 | *Castiglione | S. Carlo | Tropea | |||
1616 | Vazzano | Spirito Santo | Mileto | |||
1617 | Bovalino | S. Leonardo | Gerace | |||
1618 | Serrastretta | Ss. ma Annunziata | Nicastro | |||
1619 | Monteleone | S. M. della Pietà | Mileto | |||
1619 | Tropea | S. M. della Libertà | Tropea | |||
1619 | Mormanno | Cassano | ||||
1620 | Mormanno | S. M. di Costantinopoli | Cassano | |||
1622 | Colavati | Ss. ma Annunziata | Rossano | |||
1632 | Lago | S. M. degli Angeli | Cosenza | |||
1640 | Cassano | Cassano |
* Il convento di Castiglione fu abbandonato nel 1638 a seguito di un terremoto, per questo motivo non risulta tra quelli censiti dall'inchiesta innnocenziana.
La tipologia dell'insediamento agostiniano in rapporto al territorio non si discosta da quelle che erano le caratteristiche degli altri Ordini Mendicanti presenti nella regione. In tutto l'arco di sviluppo dell'Ordine viene privilegiata la penetrazione e la diffusione in zone rurali piuttosto che la concentrazione nei grossi centri urbani. Prevale una rete di piccoli insediamenti in borghi rurali dell'area centro meridionale. Ciò appare chiaro se la tipologia dell'insediamento è confrontata con le circoscrizioni ecclesiastiche delle due province storiche della Calabria; infatti, nel 1650 il 60,25% dei conventi è concentrato e distribuito nelle diocesi di Calabria Ultra, ad eccezione di quelle di Belcastro, Isola e Nicotera; mentre nelle diocesi dì Calabria Citra si registrano 31 conventi (39,7%), situati prevalentemente in quella di Cosenza. Rapportando gli insediamenti alle varie componenti dell'Ordine si nota per la Calabria Ultra il predominio delle sedi zumpane (61,7%), rispetto a quelle della provincia (34%) e degli scalzi (4,2%), l'assenza della congregazione di S. Maria di Colloreto che, concentrata nella diocesi di Cassano, rappresentava, invece, il 9,6% dei conventi di Calabria Citra.
In quest'ultima circoscrizione amministrativa il rapporto tra i conventi dell'osservanza zumpana (4 1,9%) e quelli della provincia (45,1%) è fondamentalmente equilibrato; gli agostiniani scalzi hanno, invece, un'esigua rappresentanza (3,2%). Circa la dislocazione dei conventi è da rilevare che la maggior parte di essi sorgevano a breve distanza dai centri abitati, lungo le principali vie di comunicazioni allora esistenti. Questo tipo di distribuzione territoriale rispondeva sia all'esigenza di un rapido collegamento tra i diversi conventi, sia alla necessità d'indirizzare l'azione di apostolato ai centri vicini a quello prescelto quale sede conventuale.
D'altro canto i frati non mancano di sottolineare i vantaggi dell'ubicazione extra urbana soprattutto per quest'ultimo aspetto. Ad esempio il sito del convento di S. Maria del Soccorso di Acquaro viene descritto nei termini: "luogo comodo per sentirsi li Divini Officij e Sacrificij dalli popoli [...] per il passaggio continuo delli cittadini dello Stato d'Arena et altri con grandissimo concorso de' populi dell'uno e dell'altro così in giorno festivi come di lavoro" (AGA, II, vol. VI, f. 219). Tuttavia, la localizzazione extra moenia non sempre è stata accolta con favore dalle popolazioni rurali, poiché usufruivano dei servizi spirituali e materiali offerti dai religiosi in maniera insufficiente. Nel 1637 l'università di Melissa, "riconoscendo il puoco benessere" che i cittadini ricevevano dal convento del SS.mo Salvatore (1546), ubicato "dentro montagne e selve", domandò al provinciale di trasferirlo nel centro abitato. Questi, considerato "la giusta dimanda et gli esclami et insulti che facevano gli huomini di mala vita [...] dentro la chiesa", diede il suo consenso (AGA, II, vol. VI, f. 93).