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Monastero di Tropea
LA CONGREGAZIONE DEGLI ZUMPANI E LA PROVINCIA DI CALABRIA
di Foca Accetta
da ANALECTA AUGUSTINIANA, LXVII (2004)
L'introduzione e lo sviluppo degli Ordini mendicanti in Calabria e nel Mezzogiorno rispetto al resto della penisola avviene con modalità e tempi diversi, sia per l'ostilità nutrita da Federico II nei confronti dei mendicanti, considerati strumenti della politica papale di contestazione e contrasto aperto alla sua attività di governo (L. G. ESPOSITO, I domenicani in Calabria. Ricerche archivistiche, Edizioni domenicane italiane, Napoli-Bari 1997, p. 15; P. DALENA, Federico II e gli ordini monastici nel Regno, in Chiesa e società nel Mezzogiorno. Studi in onore di Maria Mariotti, Rubbettino, Soveria Mannelli 1999, vol. I, pp. 135-170), sia per la "occupazione di campo" dei preesistenti monasteri greci e latini (M. MARIOTTI - F. ACCETTA, Per uno studio sulla riforma agostiniana in Calabria (secc. XV-XVIII), in A. CESTARO (a cura), Geronimo Seripando e la Chiesa del suo tempo, (Salerno, 14-16 ottobre 1994), Ed. di Storia e Letteratura, Roma 1997, p. 328).
Esclusi i francescani E. ZINZI, Calabria. Insediamento e trasformazioni territoriali dal V al XV secolo, in A. PLACANICA (a cura), Storia della Calabria medievale. Culture, Arti, Tecniche, Gangemi, Reggio-Roma 1999, p. 64-66), non è possibile per le età precedenti il secolo XV accertare la presenza dei mendicanti in regione, anche se non mancano documenti e indizi che opportunamente vagliati possano anticipare se non l'inserimento quanto meno il tentativo. Così rimane isolata nella storia dei domenicani (F. ACCETTA, Insediamenti e strategie dell'Ordine domenicano in Calabria (secc. XV-XIX), in "Rivista Storica Calabrese", n. s., XXI (2000), n. 1-2, pp. 223-259 ) la concessione, nel 1240, d'una chiesa "iuxta Cusentia" a favore dell'Ordine da parte del vescovo della città, e incerta resta la datazione dell'insediamento carmelitano di Corigliano, fondato secondo il Pugliese (P.T. PUGLIESE, Antiquae Calabrensis Provinciae Ordinis Carmelitarum ..., Napoli 1690, p. 148) nel 1295, mentre altri lo pongono al 1470, a spese dei prìncipi di Bisignano, o al 1492-1493. La questione della data rimane aperta anche se il titolo dell'Annunziata ha indotto studiosi come Emanuele Boaga e Giorgio Leone a guardare con preferenza l'anno 1295 (E. BOAGA, La presenza dei carmelitani in Calabria e il convento di S. Elia di Curinga, in "Carmelus" 42, 1995, pp. 197-236; G. LEONE, L'iconografia della Madonna del Carmine e la committenza confraternale in Calabria dal XVI al XIX secolo, in L. BERTOLDI LENOCI (a cura), Confraternite chiesa e società, Schena editore, Fasano 1994, pp. 717-754).
Riguardo all'inserimento degli agostiniani in Calabria è diffilice stabilire delle date precise; seguendo le relazioni del 1650 dei conventi di Paola (1145) e di Fuscaldo (1162) si può ipotizzare che già nel secolo XII, prima della canonica istituzione dell'Ordine - 1256 - esistessero degli insediamenti monastici o eremitici che s'ispiravano alla regola del S. Patriarca, incorporati dall'Ordine nei secoli successivi; infatti il p. Benigno Van Luijk indica per Paola il 1433 e per Fuscaldo l'anno 1300 (B. VAN LUIJK, Le monde augustinien, pp. 37-38) Certo è che alla fine Quattrocento l'Ordine agostiniano in Calabria non aveva ancora una sua precisa identità e fisionomia. I conventi esistenti: Paola (1145/1433), Fuscaldo (1162/1300), Tarsia (1400), Acri (1408), Monteleone (1423), Cosenza (1426), Belvedere (1446), Terranova (1461), Bucchigliero (1470), Amantea (1490), ricadevano sotto la giurisdizione della provincia di Terra di Lavoro o Napoletana. Elemento fondamentale per lo sviluppo e diffusione degli agostiniani in Calabria è la penetrazione del movimento di "Riforma" che, nel dialettico rapporto tra "conventuali" e "osservanti", proponeva di vivere coerentemente la Regola di S. Agostino e le Costituzioni dell'Ordine. Già avviata nel secolo XIV in altre regioni d'Italia, la "riforma" era favorita dai superiori dell'Ordine, che approvavano e sostenevano il sorgere di Congregazioni di Osservanza, svincolate dalla giurisdizione dei provinciali e sottoposte alla propria giurisdizione diretta tramite un vicario (P. BELLINI, Le congregazioni di osservanza, in "Presenza Agostiniana", n. 3-5, maggio-ottobre 1994, pp. 18-26; A. MARTINEZ CUESTA, Il contesto storico-ecclesiale della riforma agostiniana, in "Presenza Agostiniana", n. 2-4, marzo-agosto 1992, pp. 66-68; M. ROSA (a cura), Clero e società nell'Italia moderna, Bari 1995; G. GRECO, La chiesa in Italia, cit.)
In Calabria l'esigenza di una più genuina fedeltà agli ideali delle origini si riscontra tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, grazie all'opera di p. Francesco Marino da Zumpano (1455-15l9) (D. CIRILLO, Soverato 1577. Notizie storiche sul culto pubblico reso al beato Francesco da Zumpano nella chiesa del monastero della Pietà in Soverato, Chiaravalle 1977), nei conventi di Aprigliano (1490), di Soverato (1490), di Nocera (1500), di Francavilla (1502), di Bombile (1506). Noto con il nome di Congregazione di Calabria o degli Zumpani, il movimento di riforma fu approvato dal priore generale Egidio da Viterbo il 24 maggio 1509 (A. DE MEIJER, Aegidii Viterbensis, cit., vol. I, Roma 1988, p. 104, n. 241: "Confirmavimus electionem vicarii nationis Calabrie fratris Antonii Cosentini, mandamusque ei ut definitiones et leges alias servari faceret sub pena privationis officii, confirmavimus et acta omnia capituli".
Lo stesso priore generale, Egidio da Viterbo nel 1515 riconosce l'autorità e il prestigio di p. Francesco da Zumpano e apre la strada all'espansione del movimento. IDEM, vol. II, p. 146, n. 470). L'affiliazione all'Ordine e gli statuti della congregazione furono confermati dal pontefice Paolo III, con il breve Pastoralis officii del 2 gennaio 1539: AGA, CB - 1- 31. La bolla è edita in F. ACCETTA, La congregazione agostiniana del ven. Francesco Ad nationem Calabriae da Zumpano in Calabria (secc. XV-XVII), in "Analecta Augustiniana", LX (1997), pp. 83-130).
L'importanza e il ruolo che nel giro di pochi anni la congregazione venne ad assumere, nel più vasto progetto dell'Ordine di ripristinare la regularis observantia, sono contenuti nella proposta avanzata nel 1522 dal priore generale Gabriele della Volta di costituire la Provincia Osservante di Calabria, unendo i conventi calabresi appartenenti alla provincia di Terra di Lavoro con quelli dell'osservanza zumpana. Per la perplessità e il timore di essere influenzata negativamente dall'indisciplina e corruzione esistente nella provincia, la congregazione non aderì alla richiesta del priore generale e sotto la spinta popolare accolse soltanto il convento di Cosenza (B. VAN LUIJK, L'Ordine agostiniano e la riforma monastica, in "Augustiniana", XIX (1969), pp. 350).
La successiva autonoma sistemazione giuridico-amministrativa dei conventi calabresi della provincia napoletana, sancita nel 1539 dal capitolo generale di Napoli, ebbe come punto di riferimento la riforma zumpana. La decisione di costituire la Provincia di Calabria rispondeva all'esigenza di promuovere anche tra i conventuali un'osservanza rigida e coerente della Regola di S. Agostino e delle Costituzioni dell'Ordine, in armonia con lo spirito di riforma perseguito dagli zumpani. Infatti, il priore generale Girolamo Seripando nella lettera, del 1 settembre 1539, scrive: "hortantes eos ad talem vitae reformationem, ut comparatione fratrum congregationis fratris Francisci de Zampano ipsi reputarentur observantes et non illi. Commendavimus insuper eis efficacissime observantiam Regulae divi Augustini ac definitiones capituli generalis" (D. GUTIERREZ (a cura), Hieronymi Seripando, cit. vol. I, 1982, p. 125)