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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Miguel de SantiagoCICLo AGOSTINIANo di Miguel de Santiago a QUITO

Agostino colonna della Chiesa
MIGUEL DE SANTIAGO
1656
Monastero agostiniano di Quito
Agostino colonna della Chiesa
il quadro rappresenta la glorificazione di Agostino come Padre e colonna portante della Chiesa. Il santo è raffigurato a mezzo busto dietro una colonna di nuvole con nella mano destra una freccia a forma di penna e nella mano sinistra un arco con cui scoccarla. Agostino indossa la tunica nera dei monaci che seguono la sua regola e porta una collana che pende sul petto con un crocifisso. Il suo volto ha un aspetto autorevole con una folta barba rossastra. Sopra il suo capo una nuvola, che rappresenta la divinità, irraggia una luce soffusa attorniata dalle teste di sei giovani angioletti.
Il piano inferiore del dipinto ci presenta un panorama spoglio con rari alberi a contorno della colonna agostiniana. Sullo sfondo all'orizzonte si intravedono montagne e qualche caseggiato.
In primo piano disposti per terra sono ben visibili la mitra episcopale e un cappello nero da pellegrino. Due colonne lateralmente chiudono lo spazio del quadro.
Figura fondamentale nella storia dottrinale del cristianesimo, Agostino ha lasciato un'immensa eredità intellettuale con decine di trattati, centinaia di sermoni, migliaia di lettere. Esistono più di quindicimila manoscritti di epoca medievale, che sono conservati oggi nelle biblioteche del mondo intero. Questa diffusione attesta l'influenza del suo pensiero nella cultura occidentale.
Nella diffusione dell'agostinismo filosofico possiamo individuare principalmente tre periodi storici. Il primo si sviluppa soprattutto in occidente e durò fino al XIII secolo. In questo lasso di tempo Agostino fu considerato il Grande Maestro dell'Occidente. Egli inserì il neoplatonismo nelle scuole cristiane occidentali, riuscendo a valorizzare le verità del platonismo. Questa corrente di dottrine platoniche non avrebbe mai più cessato di influenzare il pensiero occidentale. Tra coloro che operarono in questo solco troviamo Isidoro, Beda ed Alcuino di York, che si ispirarono abbondantemente ai lavori di Agostino. Lo seguono i predicatori del sesto secolo, e quelli delle grandi dispute del nono e dodicesimo secolo, dove i testi di Agostino svolsero il ruolo principale.
Agostino fu il grande ispiratore, nel periodo pretomistico della Scolastica, anche di Anselmo d'Aosta, sant'Alberto Magno, Pietro Abelardo e Ugo di San Vittore.
Il pensiero agostiniano fin dai tempi di Anselmo esercitò una grande influenza anche sul pensiero inglese medioevale, tanto che i Pensieri di Pietro Lombardo sono poco una sintesi delle teorie di Agostino.
Il secondo periodo iniziò nel XIII secolo quando sorsero dispute animate contro il tomismo che si stava affacciando. La rivoluzione dottrinale generata da Alberto Magno e Tommaso d'Aquino in favore di Aristotele spaventò la vecchia scuola agostiniana sia fra i domenicani che fra i francescani. Specialmente questi ultimi, discepoli dell'eminente dottore agostiniano San Bonaventura da Bagnoregio, furono i più pervicaci. Tre anni dopo la morte di san Tommaso, molte delle sue affermazioni furono contestate nel 1277 dal vescovo di Parigi e dall'arcivescovo domenicano di Canterbury Robert Kilwardby. Queste censure furono l'ultimo rigurgito di un agostinismo troppo rigido. Ne seguì la fusione dei due metodi in entrambi gli ordini francescano e domenicano, che condusse a un accordo su vari punti generando un progresso per tutte le scuole. La moderazione della nuova scuola, inoltre, contribuì notevolmente al trionfo di Agostino. Alberto Magno e San Tommaso in realtà rivelarono di essere avversari di Agostino, ma piuttosto ne avevano seguito gli insegnamenti. Pur modificando alcune sue teorie, in realtà al cuore del loro sistema dottrinale c'era proprio il vescovo africano.
Questa prospettiva fece sì che non esistettero più scuole prettamente agostiniane, tuttavia superati alcuni aspetti, tutte coltivarono la medesima venerazione per il maestro.
Il terzo e ultimo periodo, che va dal XV secolo ad oggi, fu anticipato dal pensiero umanistico di Francesco Petrarca e si sviluppò anche nel mondo non ecclesiastico. Vi notiamo un minore progresso dell'agostinismo filosofico propriamente detto, in favore di tendenze più decisamente platoniche. Nel Quattrocento Giovanni Bessarione (1472) e Marsilio Ficino (1499) utilizzarono Agostino per favorire il pensiero di Platone nelle dottrine della Chiesa escludendo Aristotele. Nel Seicento si possono notare alcune somiglianze tra il cartesianismo e la filosofia di sant'Agostino.