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CICLo AGOSTINIANo di Miguel de Santiago a QUITO

Agostino e Veronica da Binasco, opera di Miguel de Santiago nel convento agostiniano di Quito

Agostino e Veronica da Binasco

 

 

MIGUEL DE SANTIAGO

1656

Monastero agostiniano di Quito

 

Agostino e Veronica da Binasco

 

 

 

All'interno di uno spazioso locale con colonne e architetture classiche due sono i personaggi che riempiono la scena: Agostino e la beata Veronica da Binasco. Entrambi indossano la tunica nera dei monaci che seguono la regola agostiniana e portano al fianco la cintura di cuoio che si allunga fin sul pavimento per tutti e due. Sono inginocchiati con entrambe le braccia e le mani allargate in segno di accoglienza. Veronica ha un volto dall'aspetto giovanile, mentre Agostino esprime un aspetto maturo con una folta barba grigiastra che gli copre il volto. Sul petto del santo risalta efficacemente sul nero della tonaca una collana cui è appeso un crocifisso. Sulla testa di Agostino poggia una colonna alla cui sommità troviamo un sole raggiato dal volto umano, che rappresenta l'ostia, da cui escono tanti raggi luminosi. Nella didascalia leggiamo: "... SOBRE LA CABECA I SOBRE SU ..MATE EL SOL SIGNIFICANDO SER AUGUSTINO M(aestro) DESTA SANTA SOL DE LA IGLESIA ..."

Il tutto è racchiuso in una grande nuvola, tanto da presentarsi come una rappresentazione di una visione di Veronica. 

La didascalia in basso al dipinto indica che "... N(oster) P (ater) S (anctus) AVU(ustinus) SE MANIFESTO A SANTA VERONICA EN ESTA VISIONE MILAGROSA ..."

 

 

Veronica Negroni nacque a Binasco nel 1445 e venne battezzata col nome Giovanna. Sin da piccola dovette lavorare in casa e nei campi, senza poter frequentare alcuna scuola. Si tramanda che sin da bambina abbia avuto visioni mistiche, tanto che nel 1463 si recò a Milano per farsi monaca presso il monastero francescano di Sant'Orsola senza venire accolta. Bussò quindi al monastero agostiniano di Santa Marta la cui superiora, suor Michelina Pozzo, la respinse per la sua ignoranza. Le pose tuttavia la condizione, prima di ripresentarsi, di imparare a leggere almeno il salterio. Sempre secondo la tradizione le sarebbe a casa la Madonna in persona per insegnarle il catechismo. La Vergine glielo avrebbe spiegato in forma di tre lettere, una bianca, una nera e una rossa, che simboleggiavano la purezza di cuore, la pazienza verso il prossimo e il ricordo di meditare ogni giorno sulla Passione di Cristo. A 22 anni fu finalmente ammessa nel monastero come conversa, assumendo il nome di Veronica e le fu affidato l'incarico di questuante per sostenere il monastero. Per oltre un ventennio Veronica conobbe intense fitte di dolore alternate ad estasi e inoltre si sottoponeva a numerose privazioni.

Le sue estasi sono documentate a partire dal 1485. I queste visioni le compare Cristo sofferente in croce circondato di luce, subisce le persecuzioni del Demonio, vede Gesù bambino circondato da angeli al posto dell'ostia consacrata, assiste alle feste dei santi in Paradiso, vede Inferno e Purgatorio, riceve la comunione da Cristo stesso e altro.

Nel marzo 1492 fece convocare il duca di Milano Ludovico il Moro, per metterlo in guardia sui peccati commessi nella sua corte e sulle tribolazioni che avrebbe patito.

Nel 1495, su visione di Dio, Veronica, gnata da suor Taddea, partì alla volta di Roma per incontrare papa Alessandro VI. Al termine del colloquio il pontefice espresse parole di grande stima per la religiosa. Dopo una malattia durata alcuni mesi, Veronica morì a Milano il 13 gennaio 1497, avendo predetto la data esatta della propria morte cinque giorni prima.

La sua prima biografia fu scritta da suor Benedetta da Vimercate, con l'aiuto di suor Taddea de Bonleij, sua compagna di cella e segretaria. Il teologo domenicano Isidoro Isolani pubblicò nel 1518 una seconda biografia, che contribuì molto alla popolarità della figura di Veronica e alla sua beatificazione. Il culto della beata fu proclamato il 15 dicembre 1517 da papa Leone X. Clemente X lo estese nel 1672 a tutto l'ordine agostiniano e Benedetto XIV nel 1749 la fece pubblicare nel Martirologio Romano. Dopo varie traslazioni il suo corpo trovò dimora nella chiesa parrocchiale di Binasco. Nel 1983 il cesellatore milanese Marcello Minotto realizzò delle maschere d'argento che coprono il volto e le mani della beata.