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CICLo AGOSTINIANo di Miguel de Santiago a QUITO

Agostino insegna retorica, opera di Miguel de Santiago nel convento agostiniano di Quito

Agostino insegna retorica

 

 

MIGUEL DE SANTIAGO

1656

Monastero agostiniano di Quito

 

Agostino insegna retorica

 

 

 

La scena ci presenta un giovane Agostino, vestito elegantemente e in atto di insegnare. Sulla sua cattedra c'è un libro aperto da cui legge sottolineandone il senso con ampi gesti delle mani. Ai suoi piedi siede un gruppo di scolari di aspetto barbuto e piuttosto avanti con l'età. Sono acconciati variamente e con il libro aperto sulle ginocchia seguono gli insegnamenti di Agostino. Sul fondo si nota un'abbondanza di colonne che si aprono a un grazioso paesaggio con chiese, campanili e conventi. Sicuramente descrive la città di Quito che all'epoca aveva numerosi edifici religiosi. Può darsi che il pittore abbia voluto rifarsi nella scenografia a Gesù che insegna nel Tempio.

Esistono numerose rappresentazioni che riproducono Agostino in atto di insegnare. Dai testi agostiniani sappiamo che insegnò a Tagaste, quindi a Cartagine, poi si trasferì a Roma e infine, su mandato di Simmaco raggiunse Milano, dove insegnò presso la Scuola della Corte imperiale.

In alcune rappresentazioni non è facile distinguere l'intenzione del pittore, quale cioè delle sue sedi di insegnamento abbia voluto rappresentare.

 

Così insegnò prima grammatica nella sua città e poi retorica a Cartagine, capitale dell'Africa.

POSSIDIO, Gesta Augustini 1, 2

 

Dalla mia patria però fuggii ... così dal paese di Tagaste mi trasferii a Cartagine.

AGOSTINO, Confessioni 4, 7, 12

 

Fu dunque per la tua azione verso di me che mi lasciai indurre a raggiungere Roma e a insegnare piuttosto là ciò che insegnavo a Cartagine.

AGOSTINO, Confessioni 5, 8, 14

 

Trascorremmo questo periodo di nove anni, dal diciannovesimo al ventottesimo, cadendo e traendo in agguati, fra inganni subiti e attuati, in preda a diverse passioni, pubblicamente praticando l'insegnamento delle cosiddette discipline liberali, privatamente una religione spuria; superbi nel primo, superstizioni nella seconda. Attraverso l'insegnamento inseguivo una fama popolare vuota fino agli applausi teatrali, ai certami poetici, a gare per una corona di fieno, a spettacoli frivoli e passioni sregolate; attraverso la seconda cercavo la purificazione da queste macchie mediante le vivande che portavamo agli eletti e ai santoni, come li chiamavano, affinché nell'officina del loro ventricolo ne fabbricassero per noi gli angeli e gli dei nostri liberatori. Io seguivo queste pratiche, le compivo insieme ai miei amici, ingannandoli e ingannandomi con loro ... In quegli anni insegnavo retorica: vinto cioè dalla mia passione, vendevo chiacchiere atte a vincere cause.

AGOSTINO, Confessioni 4, 1, 1

 

Agostino insegnò la retorica per diversi anni a Cartagine, poi, all'insaputa della madre si recò a Roma dove aprì una scuola.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea