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CICLo AGOSTINIANo di Miguel de Santiago a QUITO

Il dipinto dell'Immacolata Concezione nel Convento di San Francesco

Immacolata Concezione nel Convento di San Francesco

 

 

MIGUEL DE SANTIAGO

1656

Monastero agostiniano di Quito

 

Episodi della vita di Agostino

 

 

 

Il monastero di Quito possiede numerose tele del 1600 dedicate a sant'Agostino. Fra i missionari venuti dall'Europa, gli Eremitani furono ben presto i più facoltosi e le loro chiese e i loro conventi si arricchirono di tavole acquistate in Spagna, nelle Fiandre e in Italia. Il convento di Quito conobbe un periodo di grande prosperità artistica durante la permanenza di Padre Basilio de Ribera, che era nato a Quito nel 1612. Fu lui a ordinare a Miguel de Santiago, che allora aveva solo vent'anni, il ciclo di sant'Agostino. La pinacoteca del convento possedeva più di 60 tele di cui 40 sono ancora visibili.

Altre sono andate perse nei terremoti, altre sono disperse. Le grandi tele della Vita di sant'Agostino decoravano la galleria del chiostro ed erano incastrate in cornici di pietra. Miguel de Santiago non vi lavorò da solo, ma fra le tavole, le sue sono degne di nota. Il ciclo ancora oggi fa del convento una celebrità di Quito. Lo stile di Miguel de Santiago, per quanto artista locale dotato, fu influenzato dallo stile europeo e in particolare dalle incisioni di Bolswert pubblicate ad Anversa nel 1624 e che i padri agostiniani certamente avevano portato a Quito in occasione di loro viaggi.

I soggetti trattati risentono comunque l'influenza anche di incisioni italiane e fiamminghe della stessa epoca. Non sappiamo se il ciclo attuale corrisponda al ciclo che Miguel de Santiago compose. Può darsi che sia incompleto e che qualche tela si sia dispersa. Certe scene di grande importanza, come il battesimo o la vestizione mancano. I monaci agostiniani pur recependo la lezione fiamminga, la modificano e chiedono all'autore un senso più mistico, seguendo di più lo spirito degli spagnoli De Zurbaran o di Murillo. Estasi e visioni si moltiplicano e stanno a indicare una evoluzione del senso della pietà.

Ricompaiono scene leggendarie medioevali come la visione di Sigisberto, il cui aspetto mistico e meraviglioso doveva sedurre non poco i religiosi di quel secolo. Le pitture hanno comunque rivelato un talento artistico di primo piano. Miguel de Santiago dichiara nei cartigli iniziali di essere l'autore di dodici tavole, che si possono facilmente riconoscere. E' un pittore dal talento bizzarro e creativo, che contrasta con lo stile dei suoi collaboratori.

 

Miguel de Santiago (1626 -1706) rappresenta una delle principali figure della Scuola pittorica di Quito. Ha realizzato molte opere religiose, in particolare sul tema della Immacolata Concezione. La sua prima opera nota è una serie di dipinti risalenti al 1656 circa che descrivono la vita di sant'Agostino di Ippona, e che rappresentarono la decorazione del chiostro del convento agostiniano della città. In tutte le sue si nota una chiara influenza della scuola di Siviglia, e più specificamente del pittore spagnolo Bartolomé Esteban Murillo. Dipinse immagini sul tema di Maria, fra cui ricordiamo l'Immacolata Concezione, con la Santissima Trinità (Museo Alberto Mena Quito) e la serie di undici quadri della vita della Vergine per il convento di San Francisco a Bogotà. Sullo stesso soggetto, sono conservati nel santuario di Guápulo (Quito) dodici dipinti risalenti al 1683 che rappresentano i miracoli di Nostra Signora.

 

Scoperta l'America, a poco a poco vi cominciarono a giungere pure alcuni Agostiniani. Tra essi, il più famoso fu padre Vincenzo Requejada, aragonese, che sembra vi sia giunto il 1525-27. Nel 1527, in ogni caso, era in Venezuela. Partecipò alla fondazione di Tunja (Colombia) e morì (1570) dopo avere realizzato un intenso apostolato. Bisogna tuttavia attendere fino al 1533 perché si possa parlare di una missione agostiniana in gruppo. Il 7 giugno 1533, giunsero alla città di Messico sette Agostiniani della provincia di Castiglia (Spagna). Si dedicarono in seguito a una intensa attività di evangelizzazione, costruendo molto presto sette conventi con la casa-madre nella capitale.

Nel 1536, mentre già si trovava in Messico, entrò nell'Ordine il padre Alfonso de la Vera Cruz, che contribuì moltissimo all'attività pastorale e culturale degli Agostiniani di Messico. Le autorità civili ed ecclesiastiche si valsero della loro opera nella fondazione dell'università pontificia e regia di Messico (1548), in cui insegnò per diversi anni lo stesso padre Alonso. Verso la metà del secolo XVI, il numero degli Agostiniani in Messico superava i 200, distribuiti in 42 conventi. Nel 1568 venne costituita la provincia indipendente da quella di Castiglia, con il titolo di SS. Nome di Gesù di Messico: essa si sviluppò a tal punto che, nel 1602, si costituì, separandosene, una nuova provincia nella regione di Michoacàn, con il titolo di san Nicola da Tolentino di Michoacàn. L'opera degli Agostiniani in Messico fu molto brillante: può essere rilevata ancora oggi nei monumenti che si conservano di quell'epoca, soprattutto chiese e conventi.

Attualmente (1972), continuano con sufficiente impulso le due province citate. Ben presto gli Agostiniani pervennero anche nel Perù, che diventò un grande centro di espansione per le missioni agostiniane in America latina. Nel 1549 vi giunse il padre Agostino della SS. Trinità; due anni più tardi, un gruppo di 12 Agostiniani della provincia di Castiglia. Il primo convento agostiniano in Perù venne fondato a Lima nel 1551. Poco prima del 1575, i diversi conventi formavano una fiorente provincia indipendente da quella di Castiglia. Il collegio agostiniano di S. Ildefonso di Lima ottenne da Paolo V (1608) i privilegi delle università pontificie. Peruviano è l'illustre scrittore Fernando Valverde († dopo il 1657).

La loro attività missionaria fu molto prospera: nel contempo comparvero altre relazioni storiche sulla conquista del Perù e quindi sulle lotte di potere fra gli stessi conquistatori. Gli Agostiniani italiani lavorano a Chuquibambilla; i nordamericani della provincia di Chicago a Chulucanas. Dal principio del secolo, gli spagnoli della provincia delle Filippine mantengono le missioni del vicariato apostolico di Iquitos, già quasi totalmente evangelizzato, non senza grandi sacrifici, se si considera il clima amazzonico di quella regione. La provincia primitiva è tuttora in vita, benché sia stata affidata a quella delle Filippine per consentirne la restaurazione, dato che, nel secolo scorso, si era quasi completamente estinta.

Dal Perù gli Agostiniani passarono molto presto all'Ecuador e successivamente in Colombia, Venezuela, Panama, Bolivia, Cile, Argentina settentrionale. Dal 1751 al 1785 - per un periodo che nessun altro ha mai più raggiunto finora - padre generale dell'Ordine (dal 1751 al 1753, vicario generale) fu il peruviano Francesco Saverio Vàzquez. Nel 1972 l'Ordine aveva missioni a Cafayate (Salta, Argentina) e a Tolé (Panamà). Nella città di Quito gli Agostiniani avevano una casa già nel 1573.