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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > Miguel de SantiagoCICLo AGOSTINIANo di Miguel de Santiago a QUITO
Agostino libera Toledo dal flagello della cavallette
MIGUEL DE SANTIAGO
1656
Monastero agostiniano di Quito
Agostino libera Toledo dal flagello della cavallette
L'ultimo miracolo di origine spagnola era stato trattato mediocremente da Bolswert. Il pittore di Quito invece riesce a rendere, meglio il pathos dell'episodio. Il quadro è più vivo, più luminoso anche se la scena è una copia pure nei minimi dettagli. Il miracolo avvenne nel 1268: le locuste avrebbero affamato e minacciato Toledo. Davanti al popolo implorante Agostino sarebbe apparso costringendo le locuste a buttarsi fra le acque del Tago. Il vescovo di Toledo e le autorità sono inginocchiate in preghiera dinanzi alla poderosa figura di Agostino che fra le nuvole interviene con forza e potenza in aiuto in aiuto della città. Abrahamus Bzovius, Annales ecclesiastici, ad annum 1268 Acta Sanctorum, agosto, t. VI
Di questo miracolo abbiamo diverse testimonianze. Ne parla Abrahamus Bzovius nei suoi Annales ecclesiastici ad annum 1268: "Contra locustarum vastationem in Hispania crebro invocatus opem fert: Toleti inprimis clero populoque ad id supplicationibus intento, visus est eremitico habitu indutus brutum agmen in Tagi profluentem demergere."
ABRAHAMUS BZOVIUS, Annales ecclesiastici ad annum 1268
Si trova un accenno allo stesso miracolo anche nell'opera di Luigi Torelli, Secoli Agostiniani, Bologna 1659. Acta sanctorum, agosto, t. VI:
12 - Fece anche in quest'Anno medesimo, come comunemente riferiscono il Bzovio, il Marquez, Lodovico de Angelis, il Lancilotto, il Romano, l'Errera, et altri, un beneficio miracoloso all'insigne Città di Toledo, il nostro glorioso Padre S. Agostino, e fu in questa maniera. Eransi in quest'Anno procreate nelle vaste Campagne di questa Roma di Spagna, in numero così innumerabile, le Locuste, che minacciavano non solo di distruggere ben presto le biade, et affamare il Paese, ma di riempirlo ancora d'un horrida peste, perochè que' portentosi Animalucci, doppo che havevano ben ben mangiato, poco doppo crepavano, e putrefacendosi, in un momento cagionavano un fettore intollerabile, il che era manifesto inditio di doversi ben tosto appestare quel nobile Paese. Per la qual cosa i Toletani, come che gran divotione havevano al nostro Santo Padre, così pensarono d'implorare il suo Celeste aiuto, come fecero, facendo Voto se li liberava da quell'imminente pericolo di gire ogn'Anno processionalmente alla sua Chiesa, a rendere le dovute gratie a Dio, et a lui, per un così segnalato beneficio; né furono vane le preghiere, et i voti, perochè di repente fu da tutto il Popolo veduto il Santo Dottore in habito di Eremitano, con il Piviale però, il Baculo, e la Mitra, comparire in aria, e con virtù di Paradiso, fece che tutti que' brutti Animali gissero a precipitarsi nel Tago vicino; dal qual beneficio singolare soprafatti i Toletani, come raddoppiarono la loro divotione, e pietà verso di così gran Patriarca, così cominciarono a soddisfare al Voto fatto, e l'hanno poi sempre proseguito fino al giorno d'hoggi; e F. Lodovico de gli Angeli, dice, che in un antico Libro in pergameno, della S. Chiesa di Toledo, vi si legge questa nota: Hac die est nobis obligatio faciendi Processionem usque ad Monasterium S. Augustini, ex Voto facto pro Locusta.
Sullo stesso argomento si Cfr. Rubio Alvarez, Devociòn popular a San Agustin en Andalucia en tiempos pasados, in Archivio Hispalense, XXX, 1959, 1-11.