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Seniles di Francesco PetraRca

Immagine di Petrarca agli Uffizi di Firenze

Immagine di Petrarca

 

 

LETTERE SENILES

di Francesco Petrarca

 

 

 

Le Lettere Senili fanno parte della Raccolta delle Epistole latine di Petrarca (1304-1374). Nel loro insieme costituiscono 17 libri e sono dedicate a Francesco Nelli. Scritte in latino furono tradotte da Fracassetti in una edizione che è rimasta negli annali della storia letteraria nel 1869-1870. Il termine seniles nella terminologia umanistica indica un ritorno e un ripensare del poeta ai casi di tutta la sua vita, nel segno di una saggezza ormai maturata per sempre. Da questo punto di vista è certamente esemplare la lettera datata 1373 inviata a Boccaccio in cui Petrarca rievoca i propri studi letterari. Eloquente espressione di un'immagine ideale, che Petrarca cercò di realizzare per tutta la sua vita, è l'epistola "Alla posterità", che tratta con grandiosità di intenti i casi di una vita eccezionale come la sua. Petrarca vi raccoglie tutto quanto potrà interessare i posteri conformemente a un modello spirituale che ha costantemente perseguito con la sua attività di letterato. Lo ha fatto fin dalle prime meditazioni e dalla solenne laurea in Campidoglio e per tutta una esistenza dedicata all'indagine del bello e del vero. Foscolo, scrivendo il suo commento all'opera di Petrarca, ha detto che "le Epistole Senili son piene di sentimento e di saviezza, di pedanteria e d'eloquenza, di cristiana abnegazione e di puerile compiacimento di sé; e in esse è continuo l'azzuffarsi insieme della sua naturale franchezza e della cautela senile".

Petrarca curò il corpus sterminato delle sue lettere trasformandole da documenti immediati di vita in una «classica» trasfigurazione letteraria della realtà. Questo suo lavoro non significa che nei testi abbia cancellato il bisogno di confessarsi, di mettere allo scoperto debolezze e tormenti, così come il desiderio di condurre polemiche dottrinarie impegnative.

Per esprimere gli episodi autobiografici lo scrittore traduce i fatti nelle forme composte e limpide degli antichi, rincorre e sceglie le parole che gli autori classici hanno consacrate. Imitando i modelli antichi crea un'immagine ideale del dotto e del letterato, l'immagine di un intellettuale dalla fede ferma e con una cultura disinteressata.

Petrarca in queste sue lettere raffina ed eleva l'animo, guardando senza preoccupazioni alle incombenze della quotidianità, e coltivando il sogno di una vita quieta e appartata nella solitudine agreste.

Questi epistolari costituiscono una chiave di lettura per capire un aspetto fondamentale della personalità di Petrarca. In queste pagine, nell'accurata selezione a cui sono sottoposte le vicende del vivere quotidiano, l'ideale classico si fonde intimamente con l'ideale cristiano. La spiritualità petrarchesca è ancora fondamentalmente medioevale, e conduce il poeta a svalutare la vita terrena e gli interessi mondani, e a cercare piuttosto la via della purificazione e dell'ascesi nella piena coscienza della fragilità umana. E di questa vicenda complessa le lettere Senili rendono un'ampia testimonianza, ben più delle Familiari.

 

Le lettere riportate in questa rassegna seguono sostanzialmente la traduzione che fu operata da Giuseppe Fracassetti nel 1868 e pubblicata da Le Monnier a Firenze nel 1869. L'autore a questo proposito ebbe a scrivere nella prefazione:

"Quanto a questa mia traduzione voglio fare avvertito il lettore che io la eseguii sul testo a stampa di Venezia (1516) e di Basilea (1554 e 1581). So bene che nella Laurenziana di Firenze conservasi un codice (Cod. III, Plut. LXXVIII), ed un altro nella Marciana di Venezia (Cod. XVII, class. XI), ne' quali si contengono tutte le Senili; e conosco che sarebbe stato prezzo dell'opera consultarli, e colla scorta di essi correggere quelle vecchie stampe. Se non lo feci, valgami ad evitare ogni rimprovero il dire che non potei. Ma non per questo mi tenni dal dare veste italiana, e qualche opportuno schiarimento al testo latino già divulgato, sì perché pieno questo di errori e di abbreviature leggere non si può in quelle antiche stampe senza immenso fastidio; sì perché, ove sia chi voglia coll'aiuto de' codici migliorare e far più completo il lavoro, si avvedrà di leggieri che facile est inventis addere."