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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Storia dell'Ordine > Magna Unio > Studi storici > Balbino RanoBalbino rano: Storia dell'ordine agostiniano (1351-1539)
Agostino opera del Bernini in S. Pietro a Roma
STORIA DELL'ORDINE AGOSTINIANO (1351-1539)
di Balbino Rano
Si avverte un periodo di decadenza e allo stesso tempo un'ansia di rinnovamento dello spirito e dell'osservanza; come conseguenza, sorgono le congregazioni di Osservanza favorite dai pp. generali, onde restaurare il vero ordine e l'adempimento delle leggi. La causa principale della decadenza si dovette alla peste nera, che troncò tante vite. In seguito a ciò, si cominciarono ad ammettere persone senza vocazione o molto mal preparate per colmare i vuoti lasciati dai morti in tanti conventi. La rovina causata da tale peste nell'Ordine fu molto grande: il p. generale Ambrogio Massari da Cori dice nella sua Cronica S. Ordinis fratrum Her. S. Augustini (ed. Roma 1481, f. 105v) che "in questo tempo l'Ordine fu invaso da una peste gravissima, al punto che in un triennio dei fratelli del nostro Ordine ne migrarono da questa vita cinque mila e 84, 144 dei quali furono della provincia di Sassonia".
Giordano Sassonia, che fu provinciale in detta provincia durante quel periodo, dichiara che si nutriva una paura profonda, al punto che i frati che chiedevano di recarsi a Roma per raccomandarsi a s. Pietro e ottenere il perdono del giubileo erano talmente numerosi, che se lo si fosse permesso, alcuni conventi sarebbero rimasti privi di frati (cfr. Vitasfratrum, II, 20, ed. cit., p. 223s). I pp. generali reagirono immediatamente contro la decadenza, a cominciare dal generale di quel tempo, il p. Gregorio da Rimini. Tuttavia, l'obiettivo non venne raggiunto. La decadenza venne aggravata dallo Scisma d'Occidente.
I pp. generali cominciarono a rendere indipendenti dalla giurisdizione dei pp. provinciali, sottoponendoli a se stesso direttamente o attraverso un rettore delle case di Osservanza, quei Conventi che desideravano vivere conforme alla vera osservanza. In tale ambiente nascono le congregazioni di Osservanza. Quella di Lecceto viene considerata tradizionalmente come fondata nel 1387 e rimase in vita fino al 1782, quando venne unita alle province toscane. Quella di Germania o Sassonia dal 1419 al 1560; di essa fu membro Martin Lutero. Quella di S. Giovanni a Carbonara (Napoli), fondata verso il 1428, durò fino al 1947. Quella di Spagna (1431-1505) riuscì a incorporare tutta la provincia d'origine, giungendo a costituirsi (1505) nella continuatrice provincia di Spagna o di Castiglia, attraverso la quale passarono all'Osservanza tutte le province di Spagna e Portogallo con i loro territori. Quella di Monte Ortone, nel Veneto, durò dal 1436 al 1810. Quella di Perugia dal 1436 al 1770, anno in cui i suoi conventi vennero incorporati alla provincia Umbra e a quella dell'Aquila. Quella di Lombardia 1439-1815, fu la più illustre di tutte le congregazioni di Osservanza dell'Ordine per la sua estensione e per i nomi illustri che le appartennero e per la vita religiosa in essa praticata: in un catalogo redatto verso il 1539, essa compare come costituita di 77 conventi.
Quella di Genova, 1473-1822, fu esemplare nelle sue relazioni con i priori generali dell'Ordine. Quella di Deliceto (Foggia) rimase in vita dal 1487 al 1662, quando i suoi conventi passarono alle province di Napoli e degli Abruzzi. Quella degli Zampani o di Calabria durò dal 1501 al 1662, quando, per il suo sviluppo e per favorire un migliore governo, si suddivise in due: Calabria citeriore e Calabria ulteriore, venendo quest'ultima considerata la nuova, fondata nel 1546 e continuata fino al 1662. Tanto l'una come l'altra vennero unite, nel 1662, alle omonime province (ivi). Nel 1511 si era formata la congregazione Dalmata, su territori soggetti alla signoria veneta, principalmente nell'isola di Lesina, che sopravvisse fino al 1786. Il papa Eugenio IV tentò di porre tutti gli osservanti sotto un solo "rettore" di tutta l'Osservanza, formando una sola congregazione.
Per tale motivo convocò, con la bolla Laudabilem in Domino (18 dicembre 1445), un capitolo generale, che venne celebrato a S. Maria del Popolo (Roma) nel 1446. "Rettore" venne eletto il padre Remigio de Maceriis. Il padre generale Giuliano da Salem favorì e approvò tutto; lo stesso Papa lo confermò con la bolla Licet ex debito (15 novembre 1446). Un nuovo capitolo venne celebrato con tale scopo nel convento di S. Maria di Monte Specchio (Siena) nel 1449, ma non si riuscì a ottenere ciò che si auspicava. In questo periodo sorgono tre nuove province, e in tal modo si arriva al numero di 27: si tratta di quella dell'Abruzzo, per suddivisione di quella della Puglia, e di quella del Portogallo, i cui conventi erano stati membri della provincia di Spagna o Castiglia, fondate molto probabilmente nel 1476; quella di Sardegna, fondata nel 1512. In questo periodo proseguono con una notevole fioritura gli studi, soprattutto nei primi anni. Appare per la prima volta una determinazione di un capitolo generale sulle missioni. Fioriscono santi come san Giovanni da Sahagùn e santa Rita da Cascia.
Per quel che concerne il governo, spesso mancò un impegno deciso da parte dei priori generali. Il particolare che causò maggiore sofferenza all'Ordine in questo periodo fu la defezione di Martin Lutero, che l'Ordine procurò di trattare con ogni delicatezza. La problematica di Martin Lutero è vista oggi in modo ben diverso da come si vedeva in quei tempi. Non vi è dubbio che i pregi e le doti di Lutero erano molti. Fu una rovina la sua apostasia e il suo atteggiamento nei confronti della vita religiosa. Però forse Lutero non sarebbe stato il Lutero che conosciamo se le cose nella Chiesa fossero state vissute come venivano predicate.