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Lanfranco riceve la regola agostiniana
I TERZIARI E I CINTURATI
di Balbino Rano
Oltre ai frati l'Ordine presenta altri due frati che sono costituiti dai Terziari e dai Cinturati.
I Terziari
I Terziari sono stati chiamati spesso con questo nome. Tuttavia il nome tecnico fin dal medio evo fu "fratelli e sorelle della penitenza dell'Ordine degli eremiti di Sant'Agostino" (titolo della Regola). Vennero pure chiamati "mantellati" a causa del mantello che indossavano, e le donne venivano denominate molto spesso "beate". Erano utilizzati pure altri nomi, come pinzochere, bizzochere, beghine, oblati, ecc.
Nella legislazione attuale dell'Ordine vengono denominati "fraternità" religiose o secolari, a seconda che si tratti di terziari religiosi o secolari. Se le "fraternità" religiose formano delle congregazioni, si suole usare la terminologia "congregazioni di vita apostolica". Ai membri delle fraternità secolari viene conferito oggi il titolo di A. secolari (cfr. Costituzioni O.S.A., c. III, n. 44-9).
Circa l'origine del Terz'ordine agostiniano è stato ripetuto spesso che esso venne fondato con la bolla In sinu Sedis Apostolicae di Bonifacio IX. A questa bolla sono state attribuite diverse datazioni, in realtà venne datata il 7.11.1399. Essa è molto importante per il Terz'ordine agostiniano; tuttavia non segnala la data di fondazione: ne suppone espressamente l'esistenza (cfr. L. Empoli, Bullarium, Roma 1628, p. 54). La bolla concede agli A. la possibilità di ricevere donne in qualità di "mantellate" o "pinzochere" nella maniera in cui lo facevano Francescani e Domenicani. Esse potevano indossare l'abito regolare e osservare la regola dell'Ordine agostiniano. Il Papa concede loro inoltre il privilegio della esenzione, cosi come tutte le immunità, le libertà, le indulgenze e qualsiasi altro privilegio che siano stati o che verranno concessi in futuro dai Papi all'Ordine agostiniano.
Quello che Bonifacio IX aveva concesso per le donne, venne accordato agli uomini da Paolo II il 31 agosto 1470, con la bolla Exposcit vestrae devotionis (cfr. L. Empoli, ivi, p. 275s). Come è possibile rilevare in questa bolla, la parte principale della concessione sia di Bonifacio IX che di Paolo II consisteva nella possibilità di indossare l'abito regolare e di usufruire di tutti i privilegi indicati. L'origine del Terz'ordine agostiniano risale al sec. XIII. Una determinazione del capitolo generale di Napoli (1300) indica la sua esistenza moltiplicata a tal punto che vi erano A. che ricevevano in esso delle donne con eccessiva facilità: "Poiché a causa di una imprudente attività e sollecitudine di nostri fratelli - dicono gli atti capitolari - vengono ricevute per l'oblazione o per l'abito religioso alcune donne ..., ordiniamo che nessun frate del nostro Ordine, sia egli suddito o priore, riceva alcuna bizzochera o beghina nel nostro Ordine ... senza la licenza del priore provinciale o del vicario del p. generale, e non la concedano né essi stessi ricevano tali donne senza il maturo e deliberato consiglio dei padri gravi della provincia" (Anal. Aug 3 [1909-10] p. 17s).
Indubbiamente possiamo considerare gli atti di oblazione come l'origine del Terz'ordine. Se ne conoscono diversi casi in varie regioni già nei giorni stessi della formazione dell'Ordine. I cosiddetti conversi, che erano diversi dai frati laici (fratres laici) fino al secolo XVI e che facevano una promessa di obbedienza, povertà e castità al priore della casa, possono essere considerati in questa linea (cfr. I. Aràmburu, Las primitivas constituciones de los Agustinos, Valladolid 1966, c. XVIII, n. 123, p. 62). La Regola del Terz'ordine agostiniano era quella stessa di tutto l'Ordine, con alcune modifiche. L'esemplare più antico che si conosca è quello pubblicato a Roma nel 1479 dall'agostiniano Paolo Olmi da Bergamo, annesso al suo libro Libellus de apologia religionis fratrum heremitarum Ordinis sancti Augustini unitamente ad altre opere. Porta il titolo di Regula fratrum et sororum de poenitentia sacri Ordinis heremitarum beati Augustini. Il padre Paolo Olmi la ritiene almeno del sec. XIV: del tempo della bolla di Bonifacio IX. La Regola si divide in 19 capitoletti. Descrive la vita del Terz'ordine, completando il testo primitivo della Regola di s. Agostino, della quale sopprime o accomoda quei punti che non interessano i terziari.
Riporta pure il rituale dell'ammissione al noviziato e della professione. Si proibisce l'uscita dall'Ordine, a meno che sia per entrare in una delle religioni approvate di voti solenni (c. V). Il Terz'Ordine costituiva al medesimo tempo un motivo di apostolato degli A. e ne favoriva l'apostolato, agendo in un ambiente e in un modo secolari. Il suo fine e la sua spiritualità erano quelli dell'Ordine in generale adattati alla propria vita. Il 3 luglio 1490 papa Innocenzo VIII concesse ai membri del Terz'ordine agostiniano la facoltà di godere di tutti i privilegi e di tutte le grazie, anche se dopo aver assunto l'abito non lo portassero dietro licenza del priore locale, purché portassero sempre la cintura (cfr. Anal. Aug 10 [1921-22] p. 202). Vari membri cominciarono a condurre una vita di comunità, costituendo delle comunità religiose. Lo fecero in modo frequentissimo le donne. Di qui sorsero in seguito o vennero fondate congregazioni religiose di Agostiniane. Vennero incorporate formalmente all'Ordine con un decreto di aggregazione concesso dai padri generali. Il primo caso fu quello delle Suore di S. Tommaso da Villanova (20 luglio 1683).
Dal secolo XVIII cominciarono a chiedere l'aggregazione all'Ordine anche congregazioni nate fuori dell'Ordine. Il primo caso fu quello delle Suore Oblate Agostiniane del SS. Bambino Gesù il 12 novembre 1717. L'aggregazione venne concessa anche a congregazioni maschili. Tra queste, la maggiore è quella degli Agostiniani dell'Assunzione, aggregata formalmente con decreto del 25 marzo 1929. Essa era la conclusione di una serie di trattative volute e iniziate dal fondatore Emanuele d'Alzon († 1880), allo scopo di unire la congregazione all'Ordine agostiniano, trattative non riuscite a motivo della opposizione da parte della S. C. dei Vescovi e Regolari, durante i pontificati di Pio IX e Leone XIII. (Cfr. la documentazione in AGA, Toar. Assumptionistae: la lettera Iam ab anno 1845, del 14 luglio 1879, con la quale il padre d'Alzon chiedeva formalmente la realizzazione della unione, venne pubblicata da B. Martinez in Casiciaco 17 [1963] pp. 120-121). Per l'aggregazione era necessaria l'accettazione della Regola di s. Agostino e della cintura, sintesi dell'abito agostiniano. Altri continuarono a vivere costituendo una fraternità, ma senza vivere in comunità. Questi portano il nome di terziari secolari. Generalmente coloro che vivevano in comunità emettevano voti semplici, ivi incluso quello di castità. Lo facevano pure vari di coloro che vivevano nelle loro case.
A motivo del Concilio Lateranense V (1512-17) cominciarono a togliere loro alcuni privilegi. A loro volta cominciarono a trasformare frequentemente le loro fraternità in poco più di confraternite secolari per il loro tenore di vita, perdendo la propria forza spirituale ed apostolica. Tra i suoi membri ve ne sono stati vari illustri per la santità della loro vita: la b. Elena da Udine e Cristina detta di Spoleto, essendo morta in questa città, benché fosse nativa della provincia di Como. Morirono entrambe nel 1458. Nella prima parte del sec. XVII vari membri del Terz'ordine morirono martiri in Giappone, dopo aver intensamente collaborato alla evangelizzazione, unitamente ai missionari agostiniani. In Italia il 4.6.1828 moriva il ven. Giovanni Battista Josa, il cui processo di beatificazione è molto avanti. Membro del Terz'ordine fu Maria Kirvan, professa dal 18.1.1931, confondatrice e prima presidentessa della "Legione di Maria". Attualmente (1972) si sta cercando di rinnovarlo nelle sue migliori tradizioni e di aggiornarlo completamente. Nel 1955 ne facevano parte 17.000 persone.
I Cinturati o Società di Sant'Agostino
Queste Associazioni vennero fondate nel 1439 dall'agostiniano romano Cesareo Orsini. Il decreto di approvazione venne emanato dal Vicario generale del Papa a Roma il 14.8.1439, con il titolo Solet pastoralis sedes. Essi costituivano il quarto grado dell'Ordine. Era costituito da coloro che, continuando a imitare s. Agostino e a vivere sotto la sua protezione, non volevano far parte dell'Ordine agostiniano in nessuno degli altri tre rami. Soprattutto nei secoli XVI e XVII essi portarono pure il titolo di Società di Santa Monica. Il loro distintivo era la cintura. Alcuni hanno suggerito l'idea che i cinturati fossero i terziari che, in base al privilegio di Innocenzo VIII, potevano portare la sola cintura. L'affermazione è priva di qualsiasi valore. I terziari dovevano indossare l'abito e solo in seguito, con la licenza del priore locale, potevano portare la cintura senza l'abito. Invece i cinturati venivano inclusi in queste società, dando loro non l'abito, ma soltanto la cintura. "Quelle persone di ambo i sessi del quarto grado - dice Giulio II nel breve Prae caeteris del 2.7.1512, in cui ne limitava i privilegi - ai quali si è soliti conferire la cintura, usufruiscono solamente delle indulgenze". (L. da Empoli, Bullarium, p. 214). Finora i Cinturati agostiniani non avevano niente a che vedere con la Madonna della Consolazione. Nel 1575 il padre Simpliciano Torrini da Linara, OSA, unì alla società di S. Agostino o Cinturati esistente in Bologna la Confraternita della Consolazione, che esisteva anch'essa presso la medesima chiesa di S. Giacomo Maggiore della detta città, poiché questa ultima aveva una vita scarsa e quasi tutti coloro che le appartenevano erano pure cinturati. Tale unione venne approvata dal priore generale Taddeo da Perugia.
Tutto venne sanzionato con approvazione pontificia dal papa Gregorio XIII con l'Ad ea ex paternae del 15 giugno 1575. Allora la Società di S. Agostino di Bologna venne posta sotto il titolo e il patrocinio della Madonna della Consolazione. Il Papa cominciò a concederle molte grazie e privilegi. L'anno 1576 la costituiva in Arciconfraternita con la facoltà di aggregare tutte quelle confraternite o quelle associazioni che lo chiedessero, quali che fossero il titolo o la classe di queste ultime.
Con il breve Volentes del 12 novembre 1579 affidò esclusivamente al priore generale dell'Ordine la facoltà di emanare diplomi di aggregazione (cfr. L. da Empoli, Bullarium, p. 76s). Da allora a poco a poco si cominciò a seminare non poca confusione riguardo ai Cinturati. Varie società cominciarono a farsi aggregare all'arciconfraternita di Bologna, per guadagnarsi le indulgenze e ulteriori privilegi. Trascorso un po' di tempo, si giunse a identificare inconsciamente l'arciconfraternita bolognese con la Società di S. Agostino o dei Cinturati. A seguito delle concessioni fatte alla sezione di Bologna, la società dei Cinturati si estese moltissimo, impiantandosi generalmente sotto il modello di Bologna. Furono tante le indulgenze che i papi concessero in questo modo alla Cintura di S. Agostino, che Clemente X a Pietro d'Aragona, viceré spagnolo di Napoli e rappresentante della Spagna presso la Santa Sede, che gli chiedeva indulgenze, rispose: "Prenda la cintura di S. Agostino, che le ha tutte".
E così egli fece al suo ritorno a Napoli. Il suo raggio di azione si estese in tutti i territori sui quali lavoravano gli Agostiniani e anche oltre.
Lo stesso Gregorio XIII volle divenirne membro, insieme a vari cardinali. Ne fu membro il celebre Don Giovanni d'Austria, che tanta fama ottenne con la vittoria di Lepanto. Un altro membro molto illustre fu Don Pedro Poveda, martirizzato nella guerra spagnola del 1936-39, fondatore della Istituzione Teresiana. Anche a questo movimento successe la stessa cosa che al Terz'ordine agostiniano, con la riduzione della sua attività a quella di una semplice confraternita. Recentemente sono stati promossi diversi esperimenti per tentare di aggiornarlo facendolo tornare al suo ideale iniziale e secondo le esigenze del presente.