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Balbino rano: LA LEGISLAZIONE DELL'ORDINE AGOSTINIANO

Agostino e la sua regola: affresco da Orvieto del XIV secolo

Agostino e la sua regola  (XIV secolo)

 

 

LA LEGISLAZIONE DELL'ORDINE AGOSTINIANO

di Balbino Rano

 

 

 

La legge interna principale dell'Ordine è costituita dalla Regola di s. Agostino, in virtù della quale ottengono valore, attraverso i capitoli generali, le costituzioni dell'Ordine. Per questo, a differenza di quanto è avvenuto in altri Ordini che si ispirano anch'essi alla Regola di sant'Agostino, nella formula di professione dell'Ordine agostiniano non è stata fatta menzione, nel corso dei secoli, delle costituzioni, ma solamente della Regola: si professa "secondo la Regola di sant'Agostino". L'Ordine rinnova le sue costituzioni a seconda che lo ritengano opportuno i capitoli generali. E' infatti uno degli Ordini che possiedono una propria facoltà legislativa, senza l'obbligo di sottomettere le proprie costituzioni all'approvazione della Santa Sede, eccetto in ciò che vada contro il diritto comune o in materia sulla quale sia intervenuta la Santa Sede. Determinando la creazione dell'Ordine, Innocenzo IV dispose nella bolla Incumbit nobis (16.12.1243) che dovevano elaborare alcune "Osservanze o Costituzioni."

Avvertiva che non dovevano andare contro quei principi comportati dall'abbracciare l'Ordo Sancti Augustini: osservanze generali, più o meno ispirate a sant'Agostino, che erano seguite da tutti coloro che si rifacevano in linea generale alla scuola di vita religiosa del Santo: Canonici regolari, Domenicani, ecc. Una di queste osservanze era costituita pure dall'accettazione delle linee generali della Regola di sant'Agostino. Però in questo caso il Papa aveva già dato ordine direttamente di accettare "Regulam beati Augustini et Ordinem". In questo caso, Ordo si identificava con institutio di altri documenti sulla vita religiosa; si riferiva alle strutture fondamentali e alla organizzazione elementare delle case religiose proprio come viene garantita dal grande privilegio Religiosam vitam: noviziato, professione, elezioni, ordine interno, prescrizione dell'ufficio divino e Messa di comunità.

Le costituzioni dovevano essere il completamento di tutto ciò. In esse andava incluso pure ciò che era esigito dall'Ordo. Gli Agostiniani compilarono le loro prime costituzioni nel medesimo capitolo, che provvide alla creazione dell'Ordine nel 1244. Taluni hanno preferito ritardare la composizione fino a una decina d'anni dopo. Ma l'affermazione che abbiamo appena fatta è pienamente accertata. Ciò viene affermato dallo stesso Innocenzo IV nella bolla Cum a nobis (15 febbraio 1254). Nel primo anno del suo pontificato, egli concesse loro la Regola, ed essi fecero quindi, dice il Papa, "alcune Costituzioni con il consiglio di Riccardo, cardinale diacono di S. Angelo, e degli abati cistercensi di Fàlleri Novi e Fossanova, basandosi sull'autorità del mandato" del medesimo Pontefice. Nel 1254 non fecero altro che presentarle per una approvazione, che tuttavia essi richiesero anche altre volte. Il 15 luglio 1255, Alessandro IV li approvava nuovamente, includendo, su loro petizione, la citata bolla del 1254 nella Litteras quasdam di questo Papa. Anzi, non soddisfatti delle approvazioni di tutte le determinazioni prese nel loro complesso, chiesero ad Alessandro IV l'approvazione specifica con due bolle diverse, benché intitolate entrambe Solet annuere, spedite con un solo giorno di differenza, rispettivamente il 14 e il 15 luglio 1255, per le disposizioni prese in quel capitolo di celebrare il capitolo generale una volta all'anno e sulla forma di eleggere e destituire i priori. Questo modo di comportarsi era determinato dalla convinzione del tempo.

Tuttavia è stato un bene, perché soprattutto queste due ultime bolle sono una chiara testimonianza che le costituzioni vennero elaborate nel suddetto capitolo. E se questo fosse ancora poco, abbiamo la testimonianza esplicita di un agostiniano del sec. XV, il quale poté vedere il testo delle costituzioni e confermò che esse vennero fatte nel capitolo, celebrato a Roma nel mese di marzo 1244 (Archivio generale agostiniano, L l 2, copertina in pergamena di uno dei fasc.; cfr. parte del testo in AnalAug 4 [1911-12] p. 273). Queste costituzioni andarono perfezionandosi in seguito, soprattutto a partire dalla unione che accrebbe l'Ordine nel 1256. I capitoli generali andavano colmando lacune e accomodando le costituzioni alle circostanze. Una rielaborazione venne presa in considerazione e pubblicata nel capitolo generale di Orvieto (1284), in cui venne eletto superiore generale il beato Clemente da Osimo, che era già stato generale nel triennio 1271-74.

La rielaborazione venne realizzata ad opera del nominato padre generale Clemente e del padre Agostino da Tarano, anch'egli generale durante il biennio 1298-1300 e riconosciuto dalla Chiesa con il titolo di beato. Agostino da Tarano era un grande giurista; aveva studiato diritto all'università di Bologna e, prima di entrare nell'Ordine agostiniano, aveva fatto parte della curia del re Manfredo. Giordano da Sassonia ci trasmette meglio di chiunque altro l'opera di questi due beati: "Conversando insieme, questi due preclarissimi Padri rividero con diligente studio le Costituzioni dell'Ordine e, come ferventissimi zelatori di questa Religione, le editarono con miglior metodo, dividendole in capitoli e rubriche e aggiungendo od omettendo in esse alcune cose, secondo che pareva conveniente alla sacra Religione e al buono stato dell'Ordine" (Vitasfratrum, II, XIV, ed. cit., p. 174s). Nel capitolo di Firenze (1287) vennero accolte e approvate con vari accomodamenti e aggiunte. "Finalmente, tre anni più tardi, nel capitolo di Ratisbona [Germania]... apportate alcune aggiunte e varianti, vennero ratificate e confermate" (ivi). Di qui deriva il fatto che siano conosciute con il titolo di Constitutiones Ratisponenses (=di Ratisbona). I capitoli generali continuarono in seguito a fare le modifiche che ritennero opportune. Questo materiale dei capitoli venne rielaborato dal p. generale Tommaso da Strasburgo e approvato dal capitolo di Pavia (1348): vennero allora incorporate alle Constitutiones Ratisponenses quelle "Additiones, moderationes et declarationes circa constitutiones et definitiones", ma sempre sotto forma di appendice o complemento. Tali costituzioni rimasero in vigore fino al 1551, quando il p. generale Gerolamo Seripando pubblicò una nuova revisione, quasi del tutto identica alla precedente, se si esclude la parte relativa agli studi e alcune altre questioni.

La prima edizione a stampa venne fatta a Nuremberg nel 1504 a uso della congregazione di Sassonia. Ma la più importante è l'edizione di Venezia del 1508. Il testo più antico che si conosca oggi delle costituzioni dell'Ordine è quello presentato al Capitolo generale di Firenze (1287) e che viene conservato nel ms. 41 della biblioteca municipale di Verdun (Francia): è un testo molto interessante, poiché presenta parecchie varianti e differenze rispetto al testo delle Constitutiones Ratisponenses, racchiudendo una legislazione molto primitiva. Nel contenuto delle costituzioni è rilevabile l'influsso della legislazione cistercense: non è una cosa strana, data l'assistenza di due abati di questo Ordine nel capitolo di creazione dell'Ordine e di redazione del primo corpo di costituzioni. Tuttavia, ha influito ancora di più la legislazione premostratense; l'inizio del testo più antico che possediamo delle costituzioni dell'Ordine ha l'introduzione e diversi capitoli, soprattutto per ciò che si riferisce alle colpe o pene, che vengono presi quasi alla lettera dalle costituzioni dei Premostratensi. Si tratta in generale delle cose che dai Premostratensi hanno preso pure i Domenicani e altri che seguono la Regola di sant'Agostino; anzi, si può rilevare qualche influsso pure dei Domenicani. Una profonda revisione delle costituzioni venne fatta sotto il padre generale Taddeo da Perugia, a partire dal 1575. Disgraziatamente, tale revisione, nonostante fosse stata guidata e fatta con molto studio e con grande preoccupazione di essere fedele alla legislazione tradizionale dell'Ordine, si allontanò abbastanza dal vero senso della legislazione agostiniana, dando meno peso alla fraternità e al dialogo.

In ciò poté influire in parte la nuova legislazione ecclesiastica sorta in seguito al Concilio Tridentino. Ma ciò è dovuto soprattutto al fatto che i revisori si lasciarono influenzare eccessivamente dalla legislazione dei Gesuiti, dando vita a qualcosa che era un tantino ibrido. Se ne fece la prima edizione a Roma nel 1581. Il capitolo generale del 1685 dispose che si eseguisse una nuova revisione di proporzioni molto ridotte. La prima edizione venne alla luce nel 1686. Dopo la Regola e prima delle costituzioni, venne introdotta la Dichiarazione sulla Regola del beato Alonso de Orozco, in sostituzione di quella attribuita a Ugo da S. Vittore. Una profonda revisione venne intrapresa dal grande padre generale Francesco Saverio Vàzquez, per decisione del capitolo generale di Bologna (1753). Il maggior merito, realmente degno di grandi elogi, era la spiritualità agostiniana che permeava le costituzioni così revisionate attraverso gli scritti di sant'Agostino. Certo esse risentivano dell'ambiente un tantino aristocratico del governo di quei tempi; per questo, non erano nelle migliori condizioni per cogliere l'ambiente di fraternità e di dialogo agostiniani. In ogni caso esse avrebbero fatto un bene molto grande all'Ordine. Erano pronte per la stampa già nel 1773; però, sia per l'opposizione del cardinale protettore Serbelloni, che doveva approvarle secondo le disposizioni del suddetto capitolo, e poi per l'opposizione di alcuni che, vedendo frustrati i propri egoismi o quelli di persone amiche, fecero sì che il Papa non rispondesse ad alcuni punti sui quali era indispensabile la sua approvazione. Il padre generale Vàzquez morì nel 1785 senza che si fosse giunti all'edizione di quel testo al quale avevano collaborato persone tanto eminenti.

L'originale è conservato nell'archivio generale agostiniano. Non si procedette a una revisione fino al generalato del padre Sebastiano Martinelli, il quale la presentò al capitolo generale del 1895 per ottenerne l'approvazione. Lo stesso anno, le costituzioni revisionate vennero edite a Roma; ma si trattava di una edizione davvero povera di sensibilità per la vita agostiniana, e quindi, fin da principio, si senti la necessità di procedere a una revisione meglio aggiornata. Nel capitolo generale del 1925 furono approvate le costituzioni, riformate in base al CIC, che vennero stampate a Roma nel 1926. A causa del loro modello, risentivano dello stile giuridico e non presentavano la vita e la fraternità agostiniane in migliore luce delle costituzioni precedenti. Nel capitolo generale del 1959 si decise di preparare una successiva revisione.

Essa venne presentata per l'approvazione al capitolo generale del 1965. Ma, essendo avvenuto nel frattempo il grande mutamento provocato dal Concilio Vaticano II, si sottomise tutto a una nuova revisione: venne forgiato un nuovo testo che ottenne l'approvazione del capitolo generale speciale, celebrato a Villanova (Pennsylvania, USA) nel 1968. L'edizione a stampa venne fatta a Roma nel 1968-69. Il nuovo testo si è posto nella vera linea di vita agostiniana: ha fatto risaltare l'autentico spirito di fraternità, ricorrendo ai princìpi di vita delle origini dell'Ordine e all'eloquente magistero di sant'Agostino.