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Agostino predica agli eretici
LE MISSIONI AGOSTINIANE
di Balbino Rano
Le missioni vennero avviate nell'Ordine già nel secolo XIII ad opera di alcuni dei suoi membri che si trovavano in regioni confinanti con territori nei quali vivevano persone non evangelizzate. È noto che Vito d'Ungheria, morto in concetto di santità al più tardi nei primi anni del secolo XIV, convertì più di 10.000 infedeli tra coloro che erano giunti in Europa in seguito alle invasioni mongole del secolo XIII. È interessante ricordare che, verso il 1295, Egidio Romano, su richiesta di Bonifacio VIII, scrisse un'opera dal titolo Capitula fidei christianae ad Tartarum maiorem, dedicata a vantaggio dei missionari. Il padre Nicola Theschel, chiamato pure Nicola da Boemia, secondo la bolla Christianae fidei di Clemente VI, già nel 1347 era vissuto per moltissimo tempo tra gli infedeli nelle parti transmarine, disseminandovi il Vangelo: si trattava dei paesi baltici o isole vicine.
Clemente VI riferisce che, in quella data, padre Nicola si trovava fuori del territorio della sua missione e che desiderava allora farvi ritorno; non essendovi lì alcun convento dell'Ordine, il Papa gli concede di poterne fondare con alcuni membri dell'Ordine che egli volesse portare con sé. Tornato nuovamente alla sua terra d'origine (1362 circa), venne nominato provinciale di Baviera e più tardi vescovo ausiliare di Ratisbona († 1371). Il primo capitolo generale che ci parli di missioni nell'Ordine è quello di Colonia (1374). Esso ordina che "le province che si trovano ai confini con i pagani dispongano alcuni fratelli adatti a questo scopo, che predichino ai pagani la verità del Vangelo; vogliamo inoltre che i fratelli di altre province, ottenutane licenza dal priore generale o dai loro provinciali, possano recarsi in quei medesimi territori per una tale predicazione a vantaggio della loro anima.
Ugualmente vogliamo che qualsiasi priore provinciale possa inviare alla provincia di Terra Santa dei suoi frati, che vi desiderino andare, e di renderli conventuali con la nostra autorità" (Anal. Aug 5 [1913-14] p. 14). A seguito della conversione di Vladislao, re di Polonia, (1387 circa), Urbano VI inviò in quelle regioni come suo legato presso il re il cardinale agostiniano Bonaventura da Padova, il quale, secondo Andrea de Gataris († dopo il 1406), collaborò moltissimo alla espansione del cristianesimo nella Russia d'allora, in Lituania e in Polonia, distribuendo missionari in diversi territori. E' certamente possibile che, essendo stato generale dell'Ordine, egli abbia procurato di inviare pure religiosi agostiniani; benché Andrea de Gataris, nella sua relazione sulla missione del cardinale Bonaventura, incorra in vari errori, possiamo tuttavia credergli nella constatazione del fatto in generale. Taddeo dalle Canarie esercitò l'apostolato missionario per lungo tempo nelle isole omonime: di qui la sua qualifica; in realtà, egli era nato a Lisbona. Successivamente, si recò come missionario in Africa e nella parte del Marocco rimase fino alla morte (1470 circa). Lasciò una grande fama di santità.
Missioni in America
Scoperta l'America, a poco a poco vi cominciarono a giungere pure alcuni Agostiniani. Tra essi, il più famoso fu padre Vincenzo Requejada, aragonese, che sembra vi sia giunto il 1525-27. Nel 1527, in ogni caso, era in Venezuela. Partecipò alla fondazione di Tunja (Colombia) e morì (1570) dopo avere realizzato un intenso apostolato. Bisogna tuttavia attendere fino al 1533 perché si possa parlare di una missione agostiniana in gruppo. Il 7 giugno di tale anno, giunsero alla città di Messico sette Agostiniani della provincia di Castiglia (Spagna). Si dedicarono in seguito a una intensa attività di evangelizzazione, costruendo molto presto sette conventi con la casa-madre nella capitale. Nel 1536, mentre già si trovava in Messico, entrò nell'Ordine il padre Alonso de la Vera Cruz, che contribuì moltissimo all'attività pastorale e culturale degli Agostiniani di Messico.
Le autorità civili ed ecclesiastiche si valsero della loro opera nella fondazione dell'università pontificia e regia di Messico (1548), in cui insegnò per diversi anni lo stesso padre Alonso. Verso la metà del secolo XVI, il numero degli Agostiniani in Messico superava i 200, distribuiti in 42 conventi. Nel 1568 venne costituita la provincia indipendente da quella di Castiglia, con il titolo di SS. Nome di Gesù di Messico: essa si sviluppò a tal punto che, nel 1602, si costituì, separandosene, una nuova provincia nella regione di Michoacàn, con il titolo di san Nicola da Tolentino di Michoacàn. L'opera degli Agostiniani in Messico fu molto brillante: può essere rilevata ancora oggi nei monumenti che si conservano di quell'epoca, soprattutto chiese e conventi. Attualmente (1972), continuano con sufficiente impulso le due province citate. Ben presto gli Agostiniani pervennero anche nel Perù, che diventò un grande centro di espansione per le missioni agostiniane in America latina. Nel 1549 vi giunse il padre Agostino della SS. Trinità; due anni più tardi, un gruppo di 12 agostiniani della provincia di Castiglia. Il primo convento agostiniano in Perù venne fondato a Lima nel 1551. Poco prima del 1575, i diversi conventi formavano una fiorente provincia indipendente da quella di Castiglia. Il collegio agostiniano di S. Ildefonso di Lima ottenne da Paolo V (1608) i privilegi delle università pontificie. Peruviano è l'illustre scrittore Fernando Valverde († dopo il 1657).
La loro attività missionaria fu molto prospera. Attualmente, vi si tengono diverse missioni. Gli Agostiniani italiani lavorano a Chuquibambilla; i nordamericani della provincia di Chicago a Chulucanas. Dal principio del secolo, gli spagnoli della provincia delle Filippine mantengono le missioni del vicariato apostolico di Iquitos, già quasi totalmente evangelizzato, non senza grandi sacrifici, se si considera il clima amazzonico di quella regione. La provincia primitiva è tuttora in vita, benché sia stata affidata a quella delle Filippine per consentirne la restaurazione, dato che, nel secolo scorso, si era quasi completamente estinta. Dal Perù gli Agostiniani passarono molto presto all'Ecuador e successivamente in Colombia, Venezuela, Panama, Bolivia, Cile, Argentina settentrionale. Dal 1751 al 1785 - per un periodo che nessun altro ha mai più raggiunto finora - padre generale dell'Ordine (dal 1751 al 1753, vicario generale) fu il peruviano Francesco Saverio Vàzquez. Nel 1972 l'Ordine aveva missioni a Cafayate (Salta, Argentina) e a Tolé (Panamà). Nella città di Quito gli Agostiniani avevano una casa già nel 1573. La provincia di Ecuador venne costituita con il titolo di Quito o di S. Michele nel 1579 e poco dopo, nel 1586, venne fondata l'università pontificia e regia sotto il titolo di san Fulgenzio. La provincia è tuttora esistente. Nel 1595, per desiderio di Filippo II, gli Agostiniani del Perù giunsero a Valparaiso (Cile). Nel 1627 venne eretta la provincia agostiniana del Cile, che nel 1629 era costituita di nove conventi. Il collegio agostiniano di Santiago, probabilmente, ottenne il titolo e i privilegi delle università pontificie da parte di Alessandro VII (1663). Nel 1601 venne fondata a Bogotà la provincia di Santa Fe o di Nostra Signora di Grazia. Innocenzo XII riconobbe nel 1694 come università pontificia il collegio agostiniano di Santa Fe di Bogotà. La provincia comprendeva il regno di Nuova Granata (Colombia-Venezuela). Nel 1663, in questo stesso regno, venne fondata la provincia di Nostra Signora della Candelaria, appartenente alla congregazione degli Scalzi o Recolletti di Spagna e Indie: la prima continua ancora oggi sotto la direzione della provincia delle Filippine, alla quale ne è stata affidata la restaurazione; la seconda passò a far parte del nuovo Ordine degli A. Recolletti (1912). Gli Agostiniani fondarono inoltre un convento a Cuba (1608) e in Guatemala (1610): al sec. XVII risale la prima fondazione di un convento dell'Ordine in Brasile. Nel secolo XVI, alcuni Agostiniani lavorarono pure in Honduras e Puerto Rico. Uno di costoro, il padre Diego da Salamanca, ottenne dal padre generale, Taddeo da Perugia, la facoltà di fondare una nuova provincia nel Puerto Rico, potendo portare con sé i religiosi che l'avessero desiderato; ma tutto rimase allo stadio di mero progetto e gli Agostiniani vi giunsero solo nel 1896.
Gli Agostiniani svolsero un'attività apostolica notevole pure in territori passati sotto il dominio di nazioni europee non latine. Nel 1715, prefetto apostolico di Curaçao, Aruba, Bonaire, S. Eustaquio e S. Cristòbal era l'agostiniano Agostino Beltràn y Velasco, di Colombia, il quale divenne prefetto (1716) pure dell'isola di Sào Tomé. In Curaçao visse e lavorò inoltre il padre Francesco Romero, autore di un importante libro in difesa degli Indios: Llanto sagrado de la América Meridional, que busca alivio en los reales ojos de nuestro catòlico... Don Carlos Segundo, Rey de las Españas (Milano 1693). Gli Agostiniani passarono dal Messico nelle isole Filippine il 10 novembre 1542, però vi rimasero per pochissimo tempo, proseguendo il loro viaggio senza fondare missioni. Furono i primi religiosi a compiere il giro del mondo, rientrando in Messico nel 1549; lungo il viaggio, s'incontrarono con san Francesco Saverio, che, in una lettera, li dichiara "uomini religiosi e veramente santi" (Epist. S. Fr. Xaverii, ed. Schurhammer-Wicki, I, Roma 1944, p. 343). Solo 20 anni più tardi, gli Agostiniani si stabilirono nelle Filippine e furono i primi missionari permanenti del paese. Il 28 aprile 1565 sbarcarono nell'isola di Cebù i primi cinque, diretti dal padre Andrea de Urdaneta, ritenuto il migliore cosmonauta e cosmografo del suo tempo in Messico, donde erano partiti il 21 novembre 1564. Nel 1575 venne eretta la provincia del SS. Nome di Gesù delle Filippine. Più tardi (1605) giunsero membri della congregazione degli Scalzi o Recolletti di Spagna e, nel 1621 veniva fondata la provincia di S. Nicola da Tolentino: la prima è tuttora in vita; la seconda passò al nuovo Ordine dei Recolletti (1912). Su richiesta del padre provinciale Diego de Herrera, diretta a Filippo II, a partire dal 1578 giunsero nelle Filippine missionari anche di altri Ordini. Gli Agostiniani tuttavia conservarono per secoli un posto di primo piano nell'evangelizzazione delle Filippine. Aprirono scuole e insegnarono non solo religione e lettere, ma anche nozioni tecniche; tracciarono strade; composero dizionari e grammatiche, catechismi e altri libri di pietà nelle varie lingue della popolazione filippina. Alla fine del sec. XIX, avevano la cura pastorale di oltre tre milioni e mezzo di anime.
Le missioni agostiniane in Africa
Le missioni agostiniane in Africa vanno messe in relazione con l'influsso e l'espansione coloniale portoghese in quelle regioni.
È molto probabile che, nei viaggi e nelle conquiste realizzati in Africa dagli inviati dei re del Portogallo, li accompagnassero di quando in quando Agostiniani portoghesi, in buone relazioni con la corte. Le prime notizie certe che possediamo a questo riguardo risalgono alla seconda metà del sec. XVI. Il 6 luglio 1554, nel concistoro celebrato da Giulio III, venne creato vescovo dell'isola di Sào Tomé l'agostiniano Gaspare Cão. Dallo stesso Gaspare apprendiamo che egli si imbarcò per São Tomé nel marzo 1556 e che vi rimase ininterrottamente fino al 1565; vi era giunto insieme con alcuni altri Agostiniani: due li destinò all'antico Congo. L'operosità del vescovo Gaspare è meritevole di elogio: dovette soffrire molte incomprensioni e si vide calunniato. Furono questi i motivi che lo costrinsero a tornare in Portogallo nel 1565; ma venne ben presto scagionato da tutte le accuse. Si trattenne tuttavia ancora in Portogallo fino al 1572, data in cui ritornò all'isola, dopo aver ottenuto dal re di Portogallo i mezzi necessari per la fondazione di un seminario che rispettasse le prescrizioni del Concilio di Trento. Il suo lavoro non si limitò all'isola di São Tomé: visitò pure l'isola del Principe e l'antico Congo, guadagnandosi la simpatia del re e dei suoi grandi. Morì a São Tomé il 17 febbraio 1574. Con la sua scomparsa non cessarono le missioni agostiniane a São Tomé e nell'antico Congo. Egli stesso, quando fece ritorno nel 1572 alle sue missioni, portò con sé altri Agostiniani, fondando per loro un convento; 12 missionari partirono in quell'anno dal Portogallo per tali missioni. Nel 1573, quando era provinciale Sebastiano Toscano, furono inviati 6 religiosi, su richiesta del re Sebastiano, nella regione che aveva come centro la città di S. Jorge da Mina. Due non raggiunsero la missione, poiché furono martirizzati dagli eretici Arrochelezes, mentre salivano sulla nave; gli altri compirono molto bene la loro missione. Pietro de Grava penetrò nel regno di Comané, ottenendo la pace tra il re e suo figlio, che battezzò insieme a cinque suoi fratelli; riuscì pure a portare la pace tra gli Abramûs e quelli di Comané.
Di fronte alle buone informazioni che il re del Portogallo Sebastiano riceveva dal suo governatore, egli dispose, con una lettera del 1575, che fossero appunto gli Agostiniani del Portogallo a incaricarsi della conversione di tutta la costa della Guinea. Si tratta delle "parti di Guinea e di Mina, Angola, e Congo, e di tutti i maggiori luoghi della suddetta Costa di Guinea". L'ultimo accenno fatto dalla S. C. di Propaganda Fide alla possibilità di inviare una missione ulteriore di Agostiniani in Congo è del 2 aprile 1640; ma non se ne fece nulla. Tuttavia, durante questo tempo, l'Ordine agostiniano continuava a lavorare nel porto del Congo, dove, dipendente dal convento di Aspão, l'Ordine ebbe una propria chiesa: iniziata nel 1622, essa già non esisteva più nel 1738. Durante gli anni 1615-23, divenne vescovo di São Tomé l'agostiniano Pietro de Cunha Lobo. Prima che terminasse il sec. XVII, vennero restaurate le missioni dell'Ordine nell'isola di São Tomé e regioni vicine. Stavolta, però, non si interessava della missione la provincia, che continuava a lavorare in Africa attraverso la chiesa del porto del Congo, ma la congregazione dell'Osservanza scalza dello stesso Portogallo. Il suo primo invio di missionari a São Tomé venne fatto nel 1691. Nel 1699 lasciavano il Portogallo altri 13 Agostiniani destinati a Sao Tomé, Principe e Annobòn, regno di Darda, Oeri e Judà, luoghi del continente africano. I missionari giungevano alla loro destinazione passando attraverso Bahìa (Brasile), di dove proseguivano per la loro mèta. Nell'isola di São Tomé, essi lavorarono almeno dal 1691 al 1746 e, probabilmente durante il medesimo tempo, anche nell'isola di Principe. Stettero ad Annobòn sino al 1707 e nel regno di Oeri furono attivi per altri otto o nove anni.
Vi furono diversi vescovi agostiniani dell'isola; l'ultimo fu Custodio de Santa Ana (1805-16). Altro campo di missione degli Agostiniani della provincia portoghese fu la costa dei regni di Melinde e Mombaça. A questa missione pervennero dalla città di Goa, in India, dove l'Ordine possedeva missioni fiorenti. I primi A. giunsero a Mombaça nel 1598; ancora nel 1632, essi continuavano a restare gli unici missionari della regione e del regno di Melinde. Il fatto più importante di questa missione fu il martirio di tre Agostiniani, che lavoravano in quella località, e di molti altri cristiani: il martirio venne ordinato nel 1631 dal re di Melinde, Don Gerolamo Chingalia, quando apostatò dalla fede cristiana. La missione venne restaurata più tardi: appena il Portogallo riuscì a sottomettere la regione al proprio potere. L'ultimo priore del convento di Mombaça che conosciamo è il padre Antonio del Nascimento, nominato il 2 dicembre 1729. Attualmente (1972) l'Ordine ha missioni in Nigeria. Il 22 gennaio 1940 giunsero i primi agostiniani a Yola (Adamawa). Sono affidate all'Ordine due diocesi in questa missione: quella di Yola e quella di Maiduguri, appartenenti alla provincia irlandese. Un'altra missione è situata nel Congo-Kinshasa o Zaire e affidata alla provincia belga. I primi missionari partirono per il Congo il 1 luglio 1952; prestarono la loro opera inizialmente nel vicariato di Niangara, dove collaborarono con i Domenicani. Il 24 febbraio 1958, Pio XII creava per loro la prefettura apostolica di Doruma, elevata a diocesi da Paolo VI (26.9.1967). L'Ordine, negli ultimi tempi, ha lavorato pure in Etiopia: nel piccolo centro di Bisidimo, la provincia agostiniana di Germania fondò un posto di missione; il primo missionario fu il p. Manuel Goller, che parti per l'Etiopia il 20 dicembre 1958.
India orientale portoghese
Furono molto importanti queste missioni, che giunsero a creare una specie di "congregazione" o vicariato della provincia del Portogallo. Nel 1638 aveva 240 membri. Ebbe conventi in Cina, nelle coste orientali, a Monibaça, nell'isola di Zanzibar. I primi 12 missionari giunsero in India nel 1572.
Già si è parlato delle loro fondazioni africane. È necessario tuttavia sottolineare che Mombaça stava nell'antica Etiopia orientale, oggi Kenya; il convento si estinse nel 1698. Si estendeva per l'Arabia: Mascate, Ormuz, Bandar Abbas sul litorale del golfo Persico, Queixome. L'attività in questa regione cessò nel 1647. In Iraq c'era il convento di Bàssora, estinto, come sembra, probabilmente verso il 1640. In Iran (Persia), se ne fondò uno nel 1602 a Ispahan: esso rimase in vita fino al 1747. In Russia se ne fondò uno nel territorio georgiano di Gori nel 1627: esso cessò l'attività nel 1649. Nel Pakistan occidentale venne fondato un convento a Tattà nel 1626. In India l'Ordine ebbe conventi in diversi luoghi, con centro principale Goa, il cui convento della Vergine di Grazia venne fondato nel 1573. Celebre fu il grande missionario, arcivescovo di Goa, padre Alessio Meneses: venne proposto dal re e preconizzato da Clemente VIII il 13 febbraio 1595; nel 1612 passò alla diocesi di Braga in Portogallo († 1617). Grande fu la sua opera missionaria attraverso il sinodo di Diamper (1599); promosse instancabilmente l'attività dei Gesuiti e degli Agostiniani. L'Ordine continuò in quelle regioni fino alla soppressione portoghese degli Ordini religiosi nel 1834. Nel Ceylon vennero fondati diversi conventi, tra i quali quello di Colombo. L'Ordine vi rimase fino alla soppressione portoghese. Nel Pakistan orientale (ora Bangla Desh), vi furono molti conventi fino alla data indicata. Conventi agostiniani furono avviati pure in Birmania, Siam, Malacca e Macao (Cina).
Cina e Giappone
Gli Agostiniani spagnoli tentarono molto presto, nel secolo XVI, di penetrare in Cina: più che le Filippine, essa era la loro meta. Lo vollero fare fin dal 1543. I primi missionari religiosi che compirono il giro del mondo, pensarono di penetrare pure in quell'impero. Il 12 giugno 1575 partirono per la Cina da Manila il padre Martino de Rada e il padre Gerolamo Marin, ambasciatori del governatore delle Filippine; tuttavia, non venne consentito loro di annunciare il Vangelo e allora abbandonarono il paese. Furono compiuti altri tentativi, che riuscirono soltanto nel 1680.
I primi missionari furono i padri Alvaro Benavente e Giovanni Nicola de Rivera, i quali, nel 1681, ottennero la prima casa a Kao-King-Fu; il padre Benavente fu il primo vicario apostolico della missione, che si attestò a Kiang-si. L'opera degli Agostiniani in quelle regioni fu feconda. L'ultimo missionario di questo periodo lasciò la Cina nel 1800: era il padre Giuseppe Segui, che più tardi divenne arcivescovo di Manila. Dopo un certo periodo, gli Agostiniani cercarono di ritornare in Cina: vi riuscirono nel 1879. I primi missionari furono i padri Elia Suàrez e Agostino Villanueva, che si installarono definitivamente nel vicariato apostolico di Chang-teh e Hofu. Quest'ultima parte in seguito passò ai Passionisti. Nel 1931 il vicariato venne suddiviso ulteriormente in due prefetture: rimasero in tal modo il vicariato di Changteh, che nel 1946 fu elevato a diocesi, e le prefetture di Lichow e Yochow, affidate anch'esse agli Agostiniani. Nel 1953 l'ultimo agostiniano europeo dovette abbandonare la Cina; rimasero tuttavia alcuni Agostiniani cinesi. Nel 1933 era stato martirizzato il padre Abilio Gallego. In Giappone erano riusciti a entrare molto prima (1602). Il padre Diego de Guevara e Eustasio Ortiz furono i fondatori delle missioni agostiniane in questa nazione; giunsero a Hirado il 12 agosto ed edificarono una chiesa a Bungo. Il vero organizzatore della missione fu il padre Fernando de Ayala, giuntovi nel 1605. Erano attivi nella regione di Nagasaki. Grande fu la loro opera, ma le persecuzioni la distrussero, facendo molti martiri: alcuni già sono stati beatificati. Nel 1637 vennero chiuse le dette missioni. Nel 1952 tornarono in Giappone, nella stessa regione, gli Agostiniani degli Stati Uniti.
Australia
Molti Agostiniani irlandesi vi hanno lavorato; il principale fu il padre Alipio Goold, primo arcivescovo di Melbourne (1847). Però fino al 1883 non viene fondata una missione dell'Ordine.
Ciò avvenne quando fu costituito il vicariato apostolico di Cooktown nel nord del Queensland, dove gli Agostiniani giunsero nel gennaio del suddetto anno. Il suo primo vicario apostolico fu il padre J. Hutchinson (1883-97). Gli Agostiniani lavorarono con un impegno ammirevole; da quel gruppo promanò la provincia di Australia (1952). Nel 1941, il vicariato venne trasformato nella diocesi di Cairns.