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Percorso : HOME > Iconografia > Tematiche agostiniane > Agostino e la TrinitàTematiche iconografiche agostiniane: Agostino e la Trinità
Agostino e la Trinità
AGOSTINO E IL MISTERO DELLA TRINITA'
C'è un misterioso processo che avviene in Dio. Il Vangelo ci dice che Gesù di Nazareth era il Figlio di Dio. Ma che cosa significa? Che cosa vuol dire che Cristo e il Padre sono uno solo? L'interezza del messaggio cristiano sta proprio in questa unità, che si realizza sulla croce, grazie alla morte di Gesù, in quanto uomo. A questo proposito l'intelletto umano può trovare solo analogie. E il genio di Agostino ha esposto, in quindici analisi incredibilmente valide, il suo modo di approssimarsi a questo mistero dell'incarnazione di Dio e dello Spirito Santo. Di questi 15 libri possiamo qui prenderne in esame solo uno, e anch'esso solo per brevi cenni. Che cosa c'è di più misterioso dell'incarnazione di Dio?
D'altra parte fuori di te non esisteva nulla, da cui potessi trarre le cose, o Dio, Trinità Una e Trinità trina. Perciò creasti dal nulla il cielo e la terra ... Tu sei onnipotente e buono, per fare tutto buono, il cielo grande, come la piccola terra. C'eri tu e null'altro.
AGOSTINO, Confessioni 12, 7, 7
[...] Inoltre, partendo dalla creatura, opera di Dio, ho cercato, per quanto ho potuto, di condurre coloro che chiedono ragione di tali cose, a contemplare con l'intelligenza, per quanto era loro possibile, i segreti di Dio per mezzo delle cose create e ho fatto particolarmente ricorso alla creatura ragionevole e intelligente, che è stata creata ad immagine di Dio, per far loro vedere, come in uno specchio, per quanto lo possono e, se lo possono, il Dio Trinità, nella nostra memoria, intelligenza e volontà. Chiunque, con una intuizione viva, vede che queste tre potenze, in virtù di una intenzione divina, costituiscono la struttura naturale del suo spirito; percepisce quale cosa grande sia per lo spirito il poter ricordare, vedere, desiderare la natura eterna ed immutabile, la ricorda con la memoria, la contempla con l'intelligenza, l'abbraccia con l'amore, certamente vi scopre l'immagine di quella suprema Trinità. Per ricordare, vedere, amare quella suprema Trinità deve ad essa riferire tutto ciò che vive perché tale Trinità divenga oggetto del suo ricordo, della sua contemplazione e della sua compiacenza. Tuttavia ho mostrato, per quanto mi sembrava necessario, che questa immagine che è opera della stessa Trinità, che è stata deteriorata dalla sua propria colpa, si deve evitare di compararla alla Trinità come se le fosse in tutto simile, ma si deve vedere anche una grande dissomiglianza in questa tenue somiglianza.
AGOSTINO, De Trinitate, XV, 39
Lo scopo del De Trinitate è rendere ragione, per quanto è possibile, del fatto che la Trinità è un solo Dio e che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono di una sola e medesima sostanza. I libri I-IV intendono innanzitutto mostrare che questo è il contenuto della fede nella Trinità, sulla base dell'autorità delle Scritture. I libri V-VII quindi formulano il dogma evitando gli errori opposti del triteismo (secondo cui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sarebbero tre dèi) e del modalismo (secondo cui essi sarebbero soltanto manifestazioni estrinseche di un unico essere divino). Agostino si serve a tal fine della dottrina aristotelica delle categorie. Di Dio possiamo dire che è sostanza (substantia) o essenza (essentia); anzi, Egli "è" nel senso più vero del termine, perché è immutabile. Proprio perché immutabile, il Lui non vi sono accidenti; le sue perfezioni (bontà, giustizia, ecc.) si predicano dunque secondo la sostanza, cioè si identificano con il suo stesso essere. Non tutto ciò che si predica in Dio, tuttavia, si predica secondo la sostanza. Alcune cose si predicano in Dio secondo la relazione. È il caso dei nomi "Padre", "Figlio" e "Spirito Santo", che indicano appunto non la sostanza di Dio, ma le relazioni che sussistono in Lui. Il Padre è tale non in se stesso, ma in relazione al Figlio, e viceversa. Anche nomi come "principio" e "Signore" sono predicati di Dio secondo la relazione: essi fanno riferimento non all'essenza di Dio, ma alle sue relazioni nei confronti delle creature, o meglio alle relazioni che le creature intrattengono con Lui.
Agostino dice di aver iniziato i libri Sulla Trinità da giovane e di averli pubblicati da vecchio (Prologo alla Lettera 174). La stesura dell'opera lo impegnò per più di vent'anni, a partire dal 400 circa. Il tema era in effetti uno dei più ardui anche per una mente come la sua. Nel Medioevo sorse al riguardo la nota leggenda destinata ad avere un'enorme fortuna iconografica: quella dell'incontro in riva al mare tra Agostino e un bambino che cercava di trasportare con una conchiglia o altro piccolo recipiente (a seconda delle versioni) l'acqua marina in una buca scavata nella sabbia, simbolo della vana pretesa di comprendere con l'intelletto umano il mistero infinito di Dio. La storiella, simpatica e istruttiva, non rende però giustizia all'instancabile sforzo agostiniano di avvicinarsi e avvicinarci alla luminosa verità del Dio uno e trino, alla cui visione beatifica l'uomo è chiamato per l'eternità. L'autentica spiritualità di Agostino, fatta di incessante ricerca sorretta dalla speranza di trovare, si coglie meglio dalle sue stesse parole:
"Signore nostro Dio, crediamo in te, Padre e Figlio e Spirito Santo. Perché la Verità non avrebbe detto: Andate, battezzate tutte le genti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28, 19), se Tu non fossi Trinità. Né avresti ordinato, Signore Dio, che fossimo battezzati nel nome di chi non fosse Signore Dio. E una voce divina non avrebbe detto: Ascolta Israele: Il Signore Dio tuo è un Dio Unico (Dt 6, 4), se Tu non fossi Trinità in tal modo da essere un solo Signore e Dio. E se Tu fossi Dio Padre e fossi pure il Figlio tuo Verbo, Gesù Cristo, e il Vostro Dono lo Spirito Santo, non leggeremmo nelle Sacre Scritture: Dio ha mandato il Figlio suo (Gal 4, 4; Gv 3, 17), né Tu, o Unigenito, diresti dello Spirito Santo: Colui che il Padre manderà in mio nome (Gv 14, 26) e: Colui che io manderò da presso il Padre (Gv 15, 26). Dirigendo la mia attenzione verso questa regola di fede, per quanto ho potuto, per quanto tu mi hai concesso di potere, ti ho cercato ed ho desiderato di vedere con l'intelligenza ciò che ho creduto, ed ho molto disputato e molto faticato. Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa' sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre la tua faccia con ardore. Dammi Tu la forza di cercare, Tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta. Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto, ricevimi quando entro; dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa' che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te. Aumenta in me questi doni, fino a quando Tu mi abbia riformato interamente. So che sta scritto: Quando si parla molto, non manca il peccato (Pr 10, 19), ma potessi parlare soltanto per predicare la tua parola e dire le tue lodi! Non soltanto eviterei allora il peccato, ma acquisterei meriti preziosi, pur parlando molto. Perché quell'uomo di cui Tu fosti la felicità non avrebbe comandato di peccare al suo vero figlio nella fede, quando gli scrisse: Predica la parola, insisti a tempo e fuori tempo (2 Tm 4, 2). Non si dovrà dire che ha molto parlato colui che non taceva la tua parola, Signore, non solo a tempo, ma anche fuori tempo? Ma non c'erano molte parole, perché c'era solo il necessario. Liberami, o mio Dio, dalla moltitudine di parole di cui soffro nell'interno della mia anima misera alla tua presenza e che si rifugia nella tua misericordia. Infatti non tace il pensiero, anche quando tace la mia bocca. Se almeno non pensassi se non ciò che ti è grato, certamente non ti pregherei di liberarmi dalla moltitudine di parole. Ma molti sono i miei pensieri, tali quali Tu sai che sono i pensieri degli uomini, cioè vani (Sal 94 [93], 11). Concedimi di non consentirvi e, anche quando vi trovo qualche diletto, di condannarli almeno e di non abbandonarmi ad essi come in una specie di sonno. Né essi prendano su di me tanta forza da influire in qualche modo sulla mia attività, ma almeno siano al sicuro dal loro influsso i miei giudizi, sia al sicuro la mia coscienza, con la tua protezione. Parlando di Te un sapiente nel suo libro, che si chiama Ecclesiastico, ha detto: Molto potremmo dire senza giungere alla meta, la somma di tutte le parole è: Lui è tutto (Sir 43, 27). Quando dunque arriveremo alla tua presenza, cesseranno queste molte parole che diciamo senza giungere a Te; Tu resterai, solo, tutto in tutti (1 Cor 15, 28), e senza fine diremo una sola parola, lodandoti in un solo slancio e divenuti anche noi una sola cosa in Te. Signore, unico Dio, Dio Trinità, sappiano essere riconoscenti anche i tuoi per tutto ciò che è tuo di quanto ho scritto in questi libri. Se in essi c'è del mio, siimi indulgente Tu e lo siano i tuoi. Amen."
Le rappresentazioni iconografiche di Agostino e la Trinità
Maestro vetraio di Erfurt (1316-1324) a Erfurt, Chiesa di S. Agostino
Maestro vetraio di Erfurt (1316-1324) a Erfurt, Chiesa di S. Agostino
Tommaso da Modena (1326-1379) a Venezia, Biblioteca Marciana, ms. Lat. 60
Pittore aretino (1340-1350) a Sansepolcro, Museo Civico
Legrand Jacques (1365-1415) a Parigi, ms. 542 Biblioteca dell'Arsenale
Bartolo di Fredi (1384-1388) a Montalcino, chiesa di S. Agostino
Maestro di Grossgmain (1400-1500) a Oberlin, Allen Memorial Art Museum
Maestro Francois (1475-1480) a Parigi, Biblioteca Nazionale, ms De Civitate Dei
Maestro di Grossgmain (1498) a Vienna, Kunsthistorisches Museum
Torelli Matteo (1400-1450) a Firenze, Biblioteca Laurenziana, ms. Plut. 12
Nelli Ottaviano (1410-1420) a Gubbio, chiesa di sant'Agostino
Matteo di Giovanni (1452-1495) a Chicago, Art Institute
Bellini Giovanni (1430-1516) a Venezia, Galleria dell'Accademia
Maestro tedesco (1450-1460) a Località sconosciuta
Maestro Esiguo (1490-1500) a Denver, Denver Art Museum
Maestro Toscano (secolo XVI) a Roma, Galleria di Villa Borghese
Bernardino di Mariotto (1509) a Budapest, Szépmuvészeti Mùzeum
Previtali Andrea (1517) a Almenno S. Salvatore, san Nicola
Andrea del Sarto (1517) a Firenze, Palazzo Pitti
Albina, Giuseppe (1550-1611) a Palermo, chiesa di S. Agostino
Ligozzi Jacopo (1570-1577) a Verona, chiesa di santa Eufemia
Alessandro Turchi detto l'Orbetto (1578-1649) a Verona, chiesa dei Santi Apostoli
Vanni Raffaello (1590-1657) a Prato, chiesa di sant'Agostino
Vanni Francesco (1590-1595) a Parigi, Museo del Louvre
Fanzago Cosimo (1591-1678) a Napoli, Museo Certosa di San Martino, Stalli dalla chiesa di S. Agostino
Anonimo di Irsina (1600 ca.) a Irsina, chiesa di sant'Agostino
Sorri Pietro (1600-1622) a Siena, Pinacoteca Nazionale
Antiveduto della Grammatica (1600-1626) a Madrid, Reale Monastero Descalzas
Maestro messicano (1610) a Città del Messico, Collezione Privata
Cavagna Gian Paolo (1610-1620) a Peia, chiesa S. Antonio da Padova
Murillo Bartolomé Esteban (1617-1682) a Madrid, Museo del Prado
Murillo Bartolomé Esteban (1617-1682) a Madrid, Museo del Prado
Schelte di Bolswert (1624) a Parigi, edizione a stampa
Malpiedi Domenico (1630-1640) a San Ginesio, convento di sant'Agostino
Gimignani Giacinto (1630-1650) a Roma, chiesa di santa Pudenziana
Anonimo bolognese (1630-1680) a Località sconosciuta
Bosse Abraham (1640-1660) a Nancy, Musée des Beaux-Arts
Skreta Karel (1640) a Praga, Narodni Galerie, chiostro S. Giorgio
Gimignani Giacinto (1640-1680) a Amelia, chiesa di sant'Agostino
Jalón Juan Jerónimo (1650) a Huesca, chiesa di Santa Maria in Foris
Courtois Guillaume (1650-1679) a Roma, chiesa di S. Pudenziana
Maestro di Viterbo (1650-1680) a Viterbo, chiesa SS. Trinità
Maestro di Anversa (1650-1660) a Anversa, Collezione Privata
Maestro romagnolo (1650-1680) a Forlimpopoli, Raccolta Comunale d'Arte
Chiari Fabrizio (1651) a Viterbo, chiesa della SS. Trinità
Liberi Pietro (1660) a Venezia, chiesa di S. Stefano
Miguel de Santiago (1656) a Quito, monastero agostiniano
Nuvolone Giuseppe (1665 ca.) a Novara, chiesa di sant'Agostino
Maestro di Lessines (1667-1690) a Lessines, Collegio Visitation-Berlière
Maestro di Zajecov (1680-1700) a Zaječov, monastero agostiniano
Beverensi Antonio Domenico (1692-1694) a Vicenza, chiesa dei SS. Filippo e Giacomo
Gimignani Ludovico (1695) a Roma, chiesa di S. Rita delle Vergini
Murillo Bartolomé Esteban (1678) a Siviglia, convento degli Eremitani
Maestro austriaco (1700-1750) a Vienna, Biblioteca Nazionale
Giaquinto Corrado (1703-1766) a Parigi, Museo del Louvre
Bento Coelho da Silveira (1706) a Alhandra, chiesa di S. João Baptista
Brandl Petrus (1707) a Lnáře, chiesa della Santissima Trinità
Sanfelice Ferdinando (1710-1720) a Sessa Aurunca, chiesa di sant'Agostino
Heiss Elias Christoph (1713) a Praga, Biblioteca Nazionale della Repubblica Ceca
Calderon Pedro (1720-1730) a Chalma, Chiostro del convento di Nostro Signore Gesù Cristo e San Michele
Massarotti Angelo (1723) a Cremona, chiesa di S. Agostino, presbiterio
Weigeli Cristoforo (1725) a Norimberga, incisione a stampa
Serpotta Giacomo (1725-1728) a Palermo, chiesa di san Matteo al Cassaro
Gandolfi Ubaldo (1728-1781) a Marano di Castenaso, Coll. Molinari Pradelli
Agnelli Francesco (1730) a Milano, Da "Lo Sposo e la Madre di Maria", ed. Francesco Agnelli
Llorente German Bernardo (1730-1740) a Cadice, chiesa di sant'Agostino
Mastroleo Giuseppe (1730-1740) in Artnet, asta online
Dietrich Joseph (1732) a Eichstätt, Monastero di Rebdorf, chiesa di san Giovanni Battista
Dietrich Joseph (1732) a Rebdorf, chiesa di san Giovanni
Goz Gottfried Bernard (1737-1742) a Augsburg, Officina Klauber
Molk Joseph Adam (1748-1756) a Ebbs, chiesa di santa Maria Assunta
Baumgartner Johann Wolfang (1750) in Collezione Privata
Falciatore Filippo (1750-1760) a Venafro, Castello Pandone Museo Nazionale del Molise
Maestro de Casona (1750-1760) a Lima, Casona de San Marcos, cappella di Nostra Signora di Loreto
Maestro boemo (1750-1780) a Bratislava, Galleria Nazionale Slovacca
Maestro compostelano (1750-1780) a Santiago de Compostela, Museo della Basilica, Biblioteca Capitolare
Scuola di Quito (1750-1780) a Rionegro, Museo de Arte Religioso
Maestro di St. Ulrich (1755-1760) a Amendingen, chiesa di san Ulrico
Del Castillo Felipe Fernandez (1760) Carmona, Convento della Santissima Trinità
Del Castillo Felipe Fernandez (1760) Carmona, Convento della Santissima Trinità
Johann Anwander (1760 circa) a Munnerstadt, chiesa di sant'Agostino
Leicher Felix Ivo (1760) a Fulnek, chiesa della Santissima Trinità
Pezzana Nicolaum (1760) a Venezia, Meditationes, Soliloquia ed. Pezzana
Herrmann Franz Ludwig (1761) a Kreuzlingen, chiesa di S. Ulrico
Diano Giacinto (1770-1780) a Niort, Museo Bernard d'Agesci
Porta Nicolò (1770-1780) a Molfetta, chiesa della SS. Trinità
Johann Baptist Enderle (1772) Magonza, chiesa di S. Agostino
Mozzillo Angelo (1774) a Lauro, chiesa di Gesù e Maria
Ratti Carlo Giuseppe (1775) a Savona, Oratorio di san Domenico e del Cristo Risorto
Robatto Giovanni Stefano (1700-1710) a Savona, chiesa di santa Lucia
Chaves José Pablo (1785-1795) a Santa Fe de Antioquia, chiesa di Santa Barbara
Marchetti Giuseppe (1790-1796) a Castrocaro Terme e Terra del Sole, chiesa dei santi Nicolò e Francesco
Enderle Johann Baptist (1791) a Lauingen, chiesa S. Agostino
Orelli Vincenzo (1800-1810) a Serina, chiesa di Santa Maria Annunciata
Spinelli Maria Teresa (1830) a Frosinone, chiesa s. Agostino
Lecchi Guglielmo (1919) a Villa d'Ogna, chiesa di San Matteo Apostolo
Breda Merito (1936) a Gazzaniga, chiesa parrocchiale della SS. Trinità in località Orezzo